La vicenda di Pompeo De Poli iscritta nella grande storia: la famiglia dona i quaderni di guerra all’Isbrec

La vicenda di Pompeo De Poli iscritta nella grande storia: la famiglia dona i quaderni di guerra all’Isbrec

«Sion rivadi in ten brut momento in Albania, a stropar i bus». È il pensiero di Pompeo De Poli, affidato a una lettera alla madre, all’inizio di maggio del 1941. Rigorosamente in dialetto. E con il senno di poi, la considerazione è tanto amara quanto realistica. Come sono amare e lucidissime le pagine del diario di Pompeo, alpino radiotelegrafista nelle campagne di Grecia e Albania. Pagine che ieri (10 settembre) sono state donate dalla famiglia all’Isbrec, per lo studio e la conservazione. Pagine che nell’ultimo anno sono diventate un libro, “Un alpino in Grecia, Albania e Montenegro. Diario di guerra novembre 1940-giugno 1942” a cura di Diego Cason.

Insomma, è proprio vero che la condivisione dei ricordi forma la storia. Quella con la “s” maiuscola. Una vicenda personale, descritta in due quaderni di diario vergati a mano negli anni Quaranta, diventa una pagina di storia di un’epoca e di una generazione, quella dei giovani come Pompeo, inviati al massacro tra voci entusiaste di propaganda (come solo la propaganda del Ventennio, pomposa e martellante, sapeva fare).

Il libro curato da Cason riporta fedelmente le pagine di diario. E trasforma la storia di Pompeo in un capitolo interessante ancora oggi, e non solo per il racconto preciso degli eventi. Anzi, forse ancora più interessante, perché – come ha detto il consigliere provinciale delegato alla cultura Simone Deola – «conoscere queste storie di uomini è fondamentale per capire la storia, perché le dinamiche storiche si ripetono». Il volume è già in distribuzione nelle librerie bellunesi. E da oggi le pagine originali del diario di guerra sono custodite nella sede dell’Isbrec, «come un gioiello prezioso» ha detto il direttore dell’istituto, Enrico Bacchetti.

«Siamo orgogliosi di donare i diari di nostro padre, convinti che lui stesso sarebbe soddisfatto di quello che è riuscito a tramandare alle nuove generazioni, il messaggio che la guerra è un’assurdità e come tale va respinta» dice Franco De Poli, figlio di Pompeo. «Vogliamo che i diari di papà siano custoditi come solo l’Isbrec sa fare».

Nella foto: Franco De Poli con le sorelle, assieme a Diego Cason, dona i diari di Pompeo all’Isbrec (a destra il direttore Bacchetti e la presidente Paola Salomon, insieme al consigliere provinciale Deola)

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