“L’ultimo taglio”: il prato di Gino e il presidio del territorio

“L’ultimo taglio”: il prato di Gino e il presidio del territorio

Un racconto dello scrittore Antonio G. Bortoluzzi: “L’ultimo taglio”. Per riflettere, capire, guardare oltre. E sentire il profumo del fieno appena tagliato

Intorno alla città di Belluno ci sono ancora bei prati, una cintura verde di terra lavorata che mostra il presidio del territorio, la sorveglianza, la cura. E sappiamo quanto sia importante in questi anni in cui il maltempo si abbatte con forza inusuale anche alle nostre latitudini. Questi prati coltivati, argini all’imboschimento e al degrado hanno storie e proprietà diverse e persone che li lavorano. Io conosco la storia di Gino (che è un nome di fantasia) il quale mi ha raccontato quello che fa, come e soprattutto perché.

Il prato di cui si occupa Gino è di 9 ettari, un bel po’ di campi da calcio messi l’uno accanto all’altro, e sono la somma di appezzamenti di tanti proprietari e qualcosa di suo e della sua famiglia d’origine. Due volte all’anno lui falcia, spande, gira il fieno fino a seccarlo per bene e poi lo imballa e lo vende. Faremo anche due conti economici, è necessario, ma vediamo cosa significa questo lavoro. 

Gino intanto ha l’attrezzatura e l’abilità per lavorare i prati: la sua è una famiglia di tradizioni contadine e fino a pochi decenni fa tenevano le vacche e quindi ha il trattore, gli accessori, l’imballatrice: macchinari vecchi, ma in buono stato. Prima di cominciare il lavoro si devono affrontare delle spese per far funzionare le macchine: il gasolio, l’olio, lo spago (per le balle di fieno) che vanno comprati e pagati in anticipo. Poi bisogna tenere sottocchio le previsioni meteo: deve esserci sole per seccare il secondo e ultimo taglio, soprattutto a settembre, perché se il falciato prende la pioggia, è una condanna. Quindi Gino si deve prendere dei giorni di ferie a ridosso di un fine settimana, così da avere almeno cinque giorni filati a disposizione in cui inizierà alle sette di mattina e smetterà alle otto di sera. 

Facciamo i conti alla buona: 60 ore di lavoro duro, 50 litri di gasolio, 30 metri di spago e il ricavato della vendita del fieno servirà a pagare le spese e poco più. Quel piccolo margine “in più” riuscirà a incamerarlo solo se non si romperà qualche “pezzo” delle vecchie macchine agricole: un copertone, una catena, un albero cardanico, i denti della barra falciante. Se accade questo, Gino va in rosso e ci rimette di tasca sua. 

E allora gliel’ho chiesto: perché lo fai?

Gino mi ha risposto che non potrebbe tollerare la vista di quei prati, che sono stati il fondamento della vita contadina per generazioni, diventare boschi di sterpaglie, rosa canina, nocciolo. E lui vuole tener pulito, è una specie d’impegno d’onore. 

Ecco, ci sono ancora di queste persone che rendono agevole, sicura, bella la montagna e lo fanno gratis, lo fanno bene, la fanno da sempre. Credo sia il caso di aiutarli in qualche modo e che le istituzioni si accorgano di questo: il Comune, l’Unione montana, la Provincia, lo Stato, l’Europa. Ne abbiamo di strutture politiche e tecniche in grado di capire che dove c’è cura competente e disinteressata del territorio c’è valore per tutti.

Gino, nato a Belluno all’inizio degli anni Settanta, è sposato con figli, ha un lavoro da operaio che gli permette di mantenerli e nel tempo libero cura la terra. Mi ha detto che ha fatto l’ultimo taglio di fieno della stagione ed è contento perché anche per quest’anno è riuscito a fare ciò che sente come un dovere. 

La prossima stagione lo farà ancora? Ne avrà l’energia e il tempo?  Speriamo.

La storia di Gino mi fa vedere con chiarezza un fatto: ogni volta che notiamo un nuovo prato incolto significa che siamo arrivati troppo tardi.

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto