La Madonna dei sette dolori. E quella volta che sfilò con il manto tricolore

La Madonna dei sette dolori. E quella volta che sfilò con il manto tricolore

Per il calendario la festa sarebbe il 15 settembre, Beata Vergine Maria Addolorata. Per i bellunesi, però, tradizione vuole che la Madonna dei sette dolori sia festeggiata in primavera. Con la solenne processione due domeniche prima di Pasqua, legata alla “sagra dei fisciot” (quindi domenica prossima, 17 marzo). Un esempio di devozione popolare che dura da secoli. E che in città ha attraversato anche i momenti salienti della storia. Come quella volta che la Madonna uscì dalla chiesa di Santo Stefano e fu portata per le vie della città con un mantello tricolore, per festeggiare la vittoria del regio esercito sugli austrungarici.

Il legame tra città e Madonna Addolorata comincia addirittura alla fine del Quattrocento. I Serviti, i primi devoti della Vergine dei sette dolori, costruiscono la chiesa e il convento (quello che oggi ospita l’Agenzia delle entrate). Quasi subito arriva anche la statua della devozione che richiede una cappella adeguata (collegata alla chiesa solo tra fine Ottocento e inizio Novecento). E a inizio Settecento, ecco la prima processione.

Gli annali la fissano al 1716, voluta dalla popolazione per celebrare la fine di un’epidemia. Da allora, ogni anno, due domeniche prima di Pasqua, la Madonna dei sette dolori percorre le vie del centro. Ma ci sono state anche altre “uscite”. In occasione di momenti drammatici la statua e il suo mantello nero venivano portati in cattedrale. E nel 1848, durante gli eventi della Prima guerra d’indipendenza, uscì in processione con un drappo tricolore, per festeggiare la sconfitta degli austrungarici. Erano anni in cui anche i santi potevano partecipare “ufficialmente” alle vicende risorgimentali. E il mantello bianco, rosso e verde venne cucito a mano dai bellunesi più patriottici.

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