«Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi». Un vecchio adagio sempre valido, come mostra un’antica leggenda bellunese, ai più sconosciuta. Una leggenda che tra l’altro racconta la storia antica del capitello di Sanfor, conosciuto come “Madonnina bianca”.
I bellunesi lo vedono da secoli nella stradina vecchia che da Castion scende in città (la “curta”). Un’edicola a forma quadrata di fine Cinquecento, con Sant’Antonio da Padova, San Domenico e San Martino nelle nicchie laterali e posteriore. E la Vergine con bambino nel lato frontale. Una statua in pietra, realizzata da un lapicida locale. La “Madonnina bianca” però ha il naso rotto. A memoria d’uomo è sempre stata così. E la leggenda narra che sia la conseguenza di uno scherzo.
Un aristocratico bellunese stava tornando dalla caccia con alcuni amici. Fiero delle prede catturate e della propria bravura con il fucile, sfidò i compagni a una gara di tiro. E diede dimostrazione della propria mira puntando da molto distante proprio la statua della Vergine. Non solo: mirò proprio al naso. E con un colpo glielo asportò di netto.
Scherza pure con i fanti, ma lascia stare i santi… Tra risate e vigorose pacche sulle spalle, il prode cacciatore tornò a casa festante. Ma non potè festeggiare a lungo la bravata. La leggenda narra che qualche mese dopo gli nacque un figlio. Senza naso.