La “cura” De Menech per gli ospedali: «Assegnare quote di medici per la montagna»

La “cura” De Menech per gli ospedali: «Assegnare quote di medici per la montagna»

«Un piano nazionale di assunzioni con una riserva già stabilita per gli ospedali di montagna». La proposta è del deputato bellunese Roger De Menech in considerazione delle difficoltà oggettive a garantire i servizi sanitari in montagna, a Belluno, come in tutto l’arco alpino e sugli Appennini. 

Come riportano le cronache in questi giorni la carenza di medici e operatori è arrivata al punto che sono stati dati in appalto in poco tempo il punto di pronto soccorso di Auronzo e il servizio di anestesia a Pieve di Cadore. «Dove non si ricorre all’appalto, si taglia e si riduce» premette De Menech. «La direzione dell’Ulss afferma trattarsi di un processo irreversibile».

«Alla mancanza di medici non ci si arriva per caso», dice però De Menech. «Oltre a essere pagati troppo poco, i camici bianchi non trovano nelle strutture periferiche un ambiente adatto ad accoglierli. Sono pochi e quindi i turni hanno ritmi e cadenze pesanti, non si fa ricerca e il numero ridotto di casi limitano le possibilità di carriera; gli incentivi economici, quando ci sono restano irrisori, mancano alloggi e abitazioni per accoglierli. C’è poi il tema delle assicurazioni. Ed è un tema gigantesco, in particolare per gli anestesisti. In caso di problemi e incidenti l’assicurazione dell’Ulss Dolomiti copre i casi che sforano i 500mila euro. Per tutti gli altri, cioè tutte le richieste di risarcimento fino a mezzo milione di euro, sui medici incombe la spada di Damocle della possibile rivalsa nei loro confronti da parte dell’azienda».

Qualsiasi tentativo di risollevare le sorti della sanità locale, conclude il deputato, «deve passare dalla soluzione dei problemi descritti. Un piano assunzioni molto ampio che guardi ai prossimi dieci anni, questi sono i tempi per formare i medici, ma già con una quota di riserva prevista per l’assegnazione nelle strutture delle aree montane. Immediatamente invece bisogna ridare appetibilità ai posti negli ospedali pubblici. Per questo serve un sistema di incentivi che faccia diventare attrattivi i posti pubblici e scongiuri la spirale negativa del depauperamento».  

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