Venne falciata da un’auto mentre, nel tardo pomeriggio, percorreva come ogni giorno, a piedi, via Fenadora. Era il 15 novembre di un anno fa e per la 63enne Emilia Santurini l’impatto fu fatale. Il corpo della donna venne ritrovato solamente la mattina seguente, all’interno della recinzione della ditta Mauser, dove la donna finì a causa del tremendo impatto con l’auto che la prese in pieno. Il suo investitore, un 24enne del luogo, non si fermò a soccorrerla. Fuggì, ma venne rintracciato nel giro di poche ore dai carabinieri, che risalirono prima alla sua auto (una Ford Fiesta) e poi a lui.
In questi giorni il pubblico ministero ha chiuso le indagini e ha chiesto il rinvio a giudizio del pirata della strada. I familiari della vittima si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato nella tutela dei familiari delle vittime di incidenti stradali mortali, e stanno seguendo il processo in aula tramite l’avvocato Nives Zanon. L’udienza preliminare, in Tribunale a Belluno, è stata fissata per il 27 ottobre.
Il giovane, che lavora in un’azienda della zona, dovrà rispondere di omicidio stradale e omissione di soccorso.
Ai carabinieri che lo avevano rintracciato il giovane ammise l’incidente, spiegando di aver preso un palo e un muretto la sera prima, ma la versione non venne ritenuta credibile. Grazie alle telecamere presenti in zona – che non inquadrano il luogo dell’incidente ma solo il passaggio della donna e poi del mezzo – gli inquirenti risalirono all’ora del sinistro, 18.54, e alla velocità stimata dell’auto, 54 km/h. Il pm, inoltre, chiese una perizia informatica sul cellulare del ragazzo che rileva uno scambio di messaggi tra le 18.48 e le 18.51. Elementi che, tuttavia, non vengono ritenuti fondamentali ai fini dell’indagine, tant’è che nel capo d’accusa non se ne fa menzione.
Che il giovane non potesse non essersi accorto di aver colpito una persona lo scrive nero su bianco anche il consulente tecnico del pm, Andrea Calzavara: «Non è plausibile che l’indagato in normali condizioni psicofisiche, per quanto presumibilmente distratto alla guida, possa non aver avuto consapevolezza dell’avvenuto investimento».
Il pubblico ministero, quindi, ha chiesto il rinvio a giudizio del giovane per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso. Si attende ora la decisione del giudice.