Incidente stradale lungo l’A26: addio all’imprenditore Enrico Moretti

Incidente stradale lungo l’A26: addio all’imprenditore Enrico Moretti

Ci sono viaggi che iniziano con una meta ben precisa e un biglietto già scritto. Enrico Moretti, imprenditore bellunese di 51 anni, quel viaggio lo aveva pianificato come tanti altri: destinazione Montecarlo. Lavoro, incontri, nuovi progetti. La sua Audi RS Q8 scivolava lungo l’A26, un nastro d’asfalto che unisce l’entroterra al mare, la concretezza delle montagne alla visione di un mondo senza confini. Poi, in un istante che nessuno potrà più riscrivere, il viaggio si è interrotto. Un impatto contro un Tir, il tempo che si ferma, la cronaca che prende il sopravvento sulla vita.

I Vigili del Fuoco, i sanitari del 118, la Polizia Stradale: arrivano tutti, ma non c’è più nulla da fare. Rimane solo il silenzio, quello che segue le tragedie improvvise, quando ci si chiede come sia possibile che una persona così piena di progetti, di idee, di futuro, possa svanire su un’autostrada.

Ma se c’è un aspetto che suggerisce la storia di Enrico Moretti, è che il segno di un uomo non si misura nel tragitto che non ha potuto completare, bensì nei mondi costruiti lungo il cammino. 

La sua firma era nella Moretti Interiors, un’azienda nata nel 1960 e cresciuta sotto il segno della famiglia. Tre generazioni a plasmare il legno, a trasformarlo in eleganza, in design, in qualcosa che fosse più di un semplice arredo. Non solo una questione di estetica, quindi, ma di identità. Ogni hotel, ogni boutique, ogni spazio diventava un racconto. 

L’azienda ha saputo andare oltre i confini del territorio, portando il suo stile dalle Dolomiti all’estero. Eppure, ogni lavorazione aveva ancora dentro l’anima di quelle montagne: la solidità della roccia, la precisione di chi sa che la bellezza nasce solo dal rispetto delle tradizioni. 

Montecarlo era una tappa, alla quale ne sarebbero seguite molte altre. Il destino si è messo tragicamente di traverso, ma ciò che Enrico Moretti ha lasciato non si cancella con una curva sbagliata o un attimo fatale. Resta nella sua eredità morale, umana e lavorativa. Resta in una filosofia che continuerà a vivere: creare eccellenza, sempre. Anche quando chi l’ha sognata non c’è più.

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