Il timore dei pastori e l’uomo di fede: la leggenda dell’orso di Auronzo

Il timore dei pastori e l’uomo di fede: la leggenda dell’orso di Auronzo

Si racconta che, tanto tempo fa, quando Auronzo era ancora un paese sconosciuto, la gente fosse spaventata da un terribile orso.

Da parecchio ormai gli assalti al bestiame erano giornalieri.

I pastori, che trascorrevano il periodo estivo nei pascoli degli alpeggi, non dormivano sonni tranquilli. Erano impauriti da un animale che lasciava lungo il suo cammino orme enormi e tracce inequivocabili delle sue razzie tra le greggi.

L’orso era solo, ma faceva paura.

Dopo l’ultima aggressione a un gregge di pecore, sia i pastori, sia la popolazione auronzana si rivolsero al vescovo: gli chiesero la benedizione della caccia che avrebbe dovuto portare alla cattura del plantigrado.

Ma il vescovo, buon uomo di chiesa e rispettoso del Creato, riuscì a calmare gli animi dei cacciatori, promettendo di intervenire personalmente affinché l’orso non venisse ucciso.

La mattina seguente, ai primi raggi del sole, l’uomo di fede si incamminò verso la valle di Palus San Marco, dove presumibilmente pensava di trovare l’animale. Seguì le impronte che lo portarono alla tana e le tracce che vide nel terreno non lasciavano spazio alla fantasia: aveva attaccato un’altra volta.

Lo vide intento a leccarsi una zampa, forse per una ferita procuratasi con l’ultimo assalto.

L’orso quando vide quell’uomo si alzò sulle zampe posteriori, con aggressività e in tutta la sua grandezza: era davvero enorme.

Il vescovo però non si lasciò intimorire dai denti aguzzi, né dal suono forte che emetteva il plantigrado. 

Inaspettatamente il vescovo si avvicinò e lo accarezzò al petto.

L’orso a quella carezza rispose abbassando le zampe e leccò la mano del religioso.

Intanto l’attesa dei pastori e degli abitanti di Auronzo si faceva trepidante, ma la sorpresa fu grande quando videro arrivare il vescovo a cavallo dell’enorme orso.

Il suo galoppo era talmente “sgraziato” che strappò qualche sorriso tra i valligiani.

Il vescovo venne festeggiato e l’orso divenne mansueto: quando arrivava in paese, si cibava di erbe e di bacche. I pastori potevano stare tranquilli.

Da allora c’è un detto auronzano: “Magna magna che te vien grand e te va a ciapà l’orse de San Lucan”. 

Una statua del vescovo, da allora eletto protettore, è ben visibile sopra l’entrata della chiesa di San Lucano a Villapiccola, intitolata in seguito a questo grande gesto.

Alla prossima!

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