Si accenderanno sabato 17 ottobre i tradizionali “fuochi dell’autonomia”, organizzati dal movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti. E giunti ormai alla loro nona edizione.
Tanti i temi sui quali i falò dovranno fare luce, dall’esito del referendum sul taglio dei parlamentari che finirà per penalizzare in modo pesante la provincia di Belluno al processo autonomista regionale e provinciale, fermo ormai da tre anni, fino alla questione delle minoranze linguistiche, penalizzate in termini di diritti e di rappresentanza.
«Anche quest’anno, come ormai facciamo dal lontano 2012 in occasione della marcia in difesa della provincia, torniamo ad accendere i falò sulle vette, in riva ai fiumi, nei giardini e nelle terrazze delle case – spiega il presidente Andrea Bona -. È un’iniziativa che vuole tenere viva la battaglia per l’autonomia del nostro territorio, una battaglia alla quale, finite le solite chiacchiere da campagna elettorale, nessuno dei nostri rappresentanti vuole partecipare, preferendo il gioco dello scaricabarile. Nel frattempo, continuiamo a non poter eleggere il presidente della Provincia e il consiglio provinciale, nonostante la riforma costituzionale sia stata bocciata ormai 4 anni fa, e le minoranze linguistiche ladine bellunesi non godono di alcuna tutela e rappresentanza a livello regionale e nazionale».
«Sappiamo che il momento non è facile – conclude Bona -; la crisi economica che continua da anni è stata aggravata dall’epidemia da Coronavirus, provocando disastri anche a livello sociale, ma chiediamo a tutti i bellunesi che credono di avere gli stessi diritti degli altri cittadini italiani, che vedono calpestati la democrazia e la rappresentatività, che chiedono risposte al loro essere stretti tra realtà speciali e senza possibilità di autogoverno, di accendere anche solo una candela alla propria finestra, per continuare a tenere vivo il fuoco autonomista».