Se i dati parlano, quelli di Expedia Group gridano. E lanciano un messaggio forte e chiaro al Bellunese: servono piste ciclabili. Ma non 300-400 metri per superare le vie di paesi e frazioni, bensì lunghe ciclovie. Come la Cortina-Calalzo, lungo la vecchia ferrovia. Come la Auronzo-Misurina. O come la Sedico-Cencenighe lungo il Cordevole, il cui progetto è stato approvato nei mesi scorsi e i lavori dovrebbero essere in partenza. Sono queste le frecce nella faretra del turismo dolomitico. Perché le vacanze si fanno pedalando. Lo dicono le ultime indagini di Expedia Group.
I dati raccolti negli ultimi mesi mostrano che le destinazioni cicloturistiche italiane sono tra le più popolari per i soggiorni da giugno ad agosto. Si segnala un aumento di interesse settimana su settimana per destinazioni come il Lago Maggiore (+45%), il Lago di Garda, il Lago di Como, l’area di Trieste (tutti a +40%), e infine la Puglia (+30%), culla di diversi itinerari cicloturistici.
Confrontando l’interesse dei viaggiatori per queste destinazioni su base annua, tra il 2020 e il 2021, il Lago di Garda e il Lago di Como si distinguono, con una crescita impressionante dell’interesse dei viaggiatori rispettivamente del +605% e +560%. Insomma, le possibilità di sviluppo sono enormi. E inesplorate nel Bellunese, che ha poco da invidiare agli scenari del Garda e di Como. A patto che il territorio riesca a realizzare le grandi ciclabili: i pezzettini sparsi, infatti, non servono a niente.
L’indagine di Expedia Group lancia anche qualche suggerimento per lo sviluppo del cicloturismo. Secondo i dati raccolti infatti, i turisti a pedali vogliono sentirsi come a casa. Più del 75% dichiara che, per prenotare un soggiorno, le strutture ricettive devono disporre di servizi tecnologici fondamentali come internet ad alta velocità, servizi di streaming e check-in contactless, solo per citarne alcuni. Sul fronte dell’accoglienza quindi c’è da lavorare. Anzi, da pedalare.
