Contributo anti-spopolamento per i negozi di vicinato. Bando per i Comuni di seconda e terza fascia. E soldi per onorare la convenzione con Veneto Strade. Sono i tre canali nei quali verrà speso l’avanzo di amministrazione della Provincia. Ma è scontro sul concetto di “area vasta” e sull’utilizzo delle risorse. Che a quanto pare non sono come la felicità, vera solo se condivisa. Tutt’altro.
Lo si è visto nell’assemblea dei sindaci di ieri pomeriggio, convocata da Palazzo Piloni per discutere le modalità di spesa di una parte dell’avanzo di amministrazione. Un gruzzoletto da 11 milioni di euro che la Provincia intende utilizzare per la viabilità (3,6 milioni a favore di Veneto Strade, con cui è sempre in piedi la convenzione), per contributi ai Comuni di seconda e terza fascia, e anche per progetti di area vasta (500mila euro per i negozi di vicinato e 250mila euro per la valorizzazione delle latterie). Eccolo il tasto dolente.
«I Comuni di seconda o terza fascia confinanti con il Friuli beccano anche il Fondo Letta?» la provocazione di Camillo De Pellegrin (sindaco di Val di Zoldo). E tanto basta per scatenare l’annosa questione, perché ci sono sempre i Comuni dirimpettai di Trento e Bolzano che possono dirsi ricchi rispetto a tutti gli altri. Da una parte Serenella Bogana (Alano) e Mario De Bon (Sospirolo) spingono per la condivisione; dall’altra Federico Dalla Torre (Sovramonte, Comune di confine) rivendica la paternità e la proprietà del Fondo Comuni di Confine ai territori referendari e confinanti. La soluzione? Sarebbe la solidarietà. Ma l’accordo di intesa con Trento e Bolzano non la prevede, al momento.
