Guerra in Ucraina: «Il blocco dell’export valorizzi i boschi bellunesi»

Guerra in Ucraina: «Il blocco dell’export valorizzi i boschi bellunesi»

Gli effetti del conflitto russo-ucraino avranno ripercussioni nel lungo periodo anche per quanto riguarda la filiera foresta-legno. A causa del blocco alle esportazioni di tronchi dalla Russia e Ucraina, si stanno infatti aggravando ulteriormente la crisi dei prezzi e lo squilibrio dei mercati internazionali. Ma è da qui che, secondo Confagricoltura, bisogna ripartire per valorizzare il patrimonio boschivo locale.

«Questo contesto, con i rapidi mutamenti del quadro geopolitico internazionale e gli ingenti aumenti energetici, è l’occasione per far tornare centrale la risorsa legno italiana nelle politiche di approvvigionamento di materie prime – sottolinea Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno -. Bisogna rafforzare le filiere locali del legno, riducendo la dipendenza dall’estero, con azioni che vadano a preservare e valorizzare il nostro patrimonio boschivo. Nel Bellunese noi siamo stati capofila del progetto di certificazione del legname bellunese, arrivando a ottenere il marchio di Gestione forestale sostenibile per 23.000 ettari di bosco dal Comelico al Cadore. Un importante passo verso la creazione di filiere forestali d’eccellenza, che valorizzino il territorio montano e consentano di creare ricchezza. Ma bisogna fare di più per riequilibrare un mercato del legname caratterizzato da uno squilibrio tra domanda e offerta. Un problema strutturale della filiera foresta-legno che si conferma nel Veneto e in particolare nei boschi bellunesi, nonostante il settore industriale (legno-arredo) rimanga tra quelli di punta nell’economia regionale con 12.000 imprese, 70.000 addetti ed esportazioni per un valore superiore ai 2,2 miliardi di euro». 

L’avvio da parte del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali della procedura per l’iscrizione al registro nazionale per gli operatori che commercializzano legno e prodotti derivati è un importante passo per aumentare la trasparenza del comparto, qualificare la provenienza e la tracciabilità delle produzioni. E sulla tracciabilità anche nel Bellunese si sta sta lavorando da tempo. «Puntiamo a ottenere un finanziamento europeo, entro la fine dell’anno, di un sistema che, mediante moderne e complesse tecnologie, possa dare certezza dell’origine del legno impiegato nei prodotti, dai piccoli utensili agli edifici in legno», spiega Michele Salviato, responsabile della gestione forestale sostenibile di Confagricoltura Belluno. «Va infatti finanziato il software che servirà per la tracciabilità del prodotto. Un’operazione complessa, che inizierà nel bosco, dove gli operatori forestali, dopo il taglio, effettueranno una prima registrazione della pianta con una app sullo smartphone che servirà a localizzarla. Da lì partirà la tracciabilità fatta con un software. In questo modo l’utente finale potrà vedere da quali lotti proviene il materiale. L’obiettivo è favorire la gestione forestale e la filiera corta. Il bosco copre circa il 25% del territorio del Veneto ed è in continua espansione, se si pensa che la superficie è raddoppiata negli ultimi 50 anni. Tuttavia, nonostante le notevoli potenzialità delle foreste venete, buona parte del legname lavorato nelle aziende regionali proviene dall’estero».

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