Gli industriali scelgono l’autostrada. «Sbocco a nord prioritario per il Veneto»

Gli industriali scelgono l’autostrada. «Sbocco a nord prioritario per il Veneto»

Comunque vada, divide. Da una parte i favorevoli, dall’altra i contrari. Ci sono pochi temi in grado di spaccare in maniera così netta come lo sbocco a nord. C’è quindi da aspettarsi una settimana di prese di posizioni dopo l’uscita di Confindustria Belluno Dolomiti, che ieri (1° marzo) ha deciso di tornare alla carica con un tema che sostiene da sempre.

«Penso sia giunto il momento di mettere sul tavolo, in maniera seria e responsabile, il tema dello sbocco a nord per il Veneto. Il braccio di ferro in corso tra Italia e Austria sul Brennero ci dice che vanno trovate soluzioni alternative altamente tecnologiche, innovative e sostenibili sia per il trasporto su rotaia che su gomma. Spogliamoci di ogni ideologia e avviamo una discussione franca sul futuro della mobilità dei territori e delle imprese».

Parole e musica di Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, nelle ore in cui è forte la dialettica tra Governo italiano e austriaco sulla gestione dei flussi al Brennero. Ma anche nei giorni in cui si è appena sopita la polemica sul treno delle Dolomiti, nella consapevolezza generale (ma palesata da pochissimi) che la ferrovia dei sogni della Regione Veneto non si farà mai, in quanto non sostenibile. Le due infrastrutture – autostrada e treno – non sarebbero in competizione: l’una non esclude l’altra. Ma è ovvio aspettarsi che, dato il costo di un’operazione infrastrutturale simile, non si possa far altro che scegliere o l’una o l’altra. E gli industriali hanno scelto da tempo.

«Uno sbocco a nord consentirebbe soprattutto al quadrante orientale del Veneto di connettersi direttamente con il cuore dell’Europa. A trarre beneficio sarebbe l’intera economia del Nordest, trainante per il Paese» continua Berton. «Le infrastrutture sono cambiate, tecnologie e materiali sono sempre più sostenibili. La transizione ecologica, poi, sta riguardando anche i mezzi. Il futuro è nell’ibrido e, più avanti, nell’elettrico. I paradigmi vanno rivisti».

Gli industriali sottolineano come sullo sbocco a nord ci sia la convergenza delle categorie economiche bellunesi e degli stessi sindacati. Non solo: da alcuni mesi Confindustria Belluno Dolomiti – accanto alle Associazioni degli Industriali di Trento e di Bolzano – sta portando avanti un piano integrato per la mobilità dolomitica coordinato dal punto di vista scientifico dall’Università di Padova. Per non parlare del sostegno al progetto “Smart Road” di Anas sulla statale di Alemagna volto a disegnare la strada del futuro interconnessa alle nuove tecnologie e più sicura.

«Le imprese dei territori sono pronte a dialogare con responsabilità» chiude Berton. «Chiediamo, ancora una volta, al Governo e all’Europa di ascoltarci. È una partita che va oltre i confini bellunesi».

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