Uffici amministrativi al limite dell’operatività, personale dimezzato e un solo impiegato a gestire l’intero ufficio del Giudice di Pace. È la fotografia, allarmante, del sistema giustizia nella provincia di Belluno, emersa durante un incontro promosso dall’Ordine degli Avvocati, in collaborazione con Tribunale e Procura. Al tavolo, il presidente dell’Ordine Daniele Tormen, la presidente del Tribunale Silvia Ferrari, il procuratore della Repubblica Massimo De Bortoli, il senatore Luca De Carlo e la vicepresidente della Provincia Silvia Calligaro. I numeri parlano chiaro: tra il 40 e il 50% del personale amministrativo manca all’appello in Tribunale e Procura. Ma la situazione più critica riguarda l’ufficio del Giudice di Pace, dove è presente un solo dipendente su cinque previsti dalla pianta organica.
«L’emergenza vera è qui – ha spiegato Tormen –. La carenza non riguarda i giudici, ma il personale amministrativo. E senza personale, anche le pratiche più semplici si bloccano: dai ricorsi per sospensione della patente al recupero crediti». Il rischio è che la situazione peggiori ulteriormente nel 2026, quando i Giudici di Pace vedranno ampliarsi le proprie competenze.
Soluzioni tampone e attese legislative
Per far fronte all’emergenza, l’Ordine ha avviato un confronto con la Provincia per valutare soluzioni temporanee, come il distacco di personale da altri enti. Ma si guarda anche a Roma, dove è in discussione la Legge sulla Montagna. «Lo scorso anno, da un incontro simile, è nata una norma ad hoc per il sistema giustizia – ha ricordato Tormen –. Dopo l’approvazione al Senato, ora il testo è alla Camera. Alcuni emendamenti richiederanno un nuovo passaggio al Senato, ma la parte sulla giustizia non è stata toccata». La norma prevede una mobilità più rapida e flessibile per il personale amministrativo verso le sedi disagiate, come Belluno. Un passaggio fondamentale per sbloccare l’arrivo di nuove risorse.
Il nodo degli ufficiali del processo
Altro tema caldo è quello degli “ufficiali del processo”, figure introdotte con il PNRR per supportare l’attività giudiziaria. A Belluno ne sono arrivati una decina, ma il loro contratto è biennale e siamo già a metà del percorso. «Il loro contributo è prezioso – ha sottolineato Tormen – ma senza certezze sulla stabilizzazione, rischiamo di perderli. E sono figure altamente qualificate».
Isolamento geografico e difficoltà logistiche
A complicare il quadro, anche le difficoltà nei collegamenti. «Il distacco fisico da altri tribunali è quasi impossibile – ha concluso Tormen –. I collegamenti ferroviari dalla pianura sono insufficienti. Oggi il Giudice di Pace di Belluno è supportato da remoto da Rovigo, ma in caso di udienza penale l’unico impiegato presente deve essere in aula, lasciando l’ufficio scoperto».