Sembra Vaia, ma non è Vaia. Frane, allagamenti, strade chiuse, caduta di alberi, smottamenti e blackout. Un piccolo cataclisma su scala provinciale. Fortunatamente è stata solo un’esercitazione. E ha funzionato alla grande. Dovesse arrivare un’emergenza vera, il sistema sarebbe pronto a gestirla.
Ieri (mercoledì 13 aprile) il Ccs (centro coordinamento soccorsi) ha visto un’operazione su vasta scala. Era dai giorni di Vaia che la struttura dislocata all’aeroporto di Belluno non viveva il via-vai di vigili del fuoco, operatori di Veneto Strade e della Provincia, tute fluo della Protezione civile e tutti gli altri soggetti coinvolti nella gestione di un’emergenza. E il riferimento a Vaia non è casuale: per l’esercitazione infatti sono stati ripresi gli interventi della tempesta di fine ottobre 2018 e si è cercato di capire come risponde la nuova macchina operativa, con il sistema informatico Mercurio, creato appositamente dalla Prefettura di Belluno per coordinare la raccolta dati e la filiera dei vari interventi. Un sistema sottoposto a collaudo ieri e che sarà trasferito nel nuovo Ccs, pronto a vedere la luce in via Col da Ren (nel comando provinciale dei Vigili del fuoco), grazie a un progetto della Provincia.
«Abbiamo fatto il tagliando alla sala operativa» ha spiegato il prefetto, Mariano Savastano, illustrando il piano di informatizzazione del sistema, grazie a un finanziamento di Cariverona di 130mila euro (ma in realtà ne sono stati spesi solamente due terzi). «Una necessità sentita dopo Vaia quando le comunicazioni avvennero ancora attraverso l’uso di bigliettini. Un metodo inefficiente e addirittura potenzialmente pericoloso. Ora, finalmente, la nostra provincia può vantare un sistema all’avanguardia».
«Va fatto capire – aggiunge l’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin – che dietro ogni telefono non c’è una persona sola, ma un sistema complesso che deve funzionare all’unisono». «La protezione civile del Veneto – continua Bottacin – è un’eccellenza a livello nazionale, come ha riconosciuto lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua visita a Belluno del marzo 2019». Bottacin ricorda anche come «Il sistema di Protezione civile regionale si appoggia a ben 511 associazioni di volontari, ma la Regione è impegnata a fondo anche sul fronte della prevenzione e della mitigazione dei rischi».
Presente anche il comandante interregionale dei vigili del fuoco, Loris Munaro. Fu lui, nel ruolo di comandante pro tempore dei pompieri bellunesi, a battezzare l’idea del nuovo centro coordinamento soccorsi. A che punto siamo? «Diciamo che entro un paio di anni contiamo di poter aprire – spiega – anche se al momento anche noi abbiamo a che fare con le incertezze legate ai costi delle materie prime e alla scarsità di materiale». Una volta aperto, lì sarà trasferita tutta la nuova strumentazione.