Elisir d’amore all’ampezzana. L’opera di Donizetti con il Prosecco al posto del Bordeaux

Elisir d’amore all’ampezzana. L’opera di Donizetti con il Prosecco al posto del Bordeaux

Domani (venerdì 12 agosto) con CortinAteatro l’opera lirica salirà in quota: alle 20.45 all’Alexander Girardi Hall, “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, su libretto di Felice Romani, andrà in scena nell’ambito della stagione concertistica e teatrale. E sarà un “elisir ampezzano”. 

L’opera di Donizetti è tra le più rappresentate, non solo in Italia ma in tutto il mondo, ed è intramontabile. Tra il 1838 e il 1848 è stata quella portata più in scena in Italia, tra il 2016 e 2020 è entrata nella classifica mondiale delle opere maggiormente proposte. Per questo è anche il titolo più famoso dello sterminato catalogo di Donizetti.

Rappresentata per la prima volta nel 1832, quest’anno, nella ricorrenza del 190esimo anniversario, “L’elisir d’amore” approda per la prima volta a Cortina come coproduzione di Musincantus, Fondazione Cassamarca, Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, Comune di Treviso e Comune di Villorba, con la regia di Marco Bellussi. Ambientato nei Paesi Baschi, il melodramma giocoso ha un’atmosfera montano rurale, e questo lo rende particolarmente adatto alla rappresentazione a 1.200 metri di altitudine, nella Regina delle Dolomiti.

“L’elisir d’amore” di CortinAteatro racconta una storia che sembra essere appartenuta ai borghi dolomitici, come ce ne furono tante, e per questo a Cortina si percepisce già come “di casa”. Il resto lo farà l’allestimento, che strizza l’occhio al contesto ampezzano con l’inserimento di riconoscibili riferimenti paesaggistici. Non mancheranno nemmeno degli accenni alle eccellenze del territorio e il vino Bordeaux che Dulcamara spaccia per un elisir capace di far innamorare le donne nella produzione di CortinAteatro sarà sostituito dal Prosecco, celebre vino frizzante tipico del Veneto.

La rappresentazione di quest’opera, infine, custodisce un valore simbolico: la sua storia partì da Milano, dove andò in scena per la prima volta al Teatro della Canobbiana il 12 maggio 1832, e quasi due secoli dopo arriva a Cortina d’Ampezzo, tracciando un asse ideale tra le due città olimpiche 2026.

Tutto questo e molto altro ancora sarà illustrato al pubblico durante la conferenza di introduzione e guida all’ascolto a cura di Alberto Mattioli, giornalista della Stampa ed esperto d’opera, alle 20, prima della recita.

in foto (Musincantus): Giannetta, la bella e vispa villanella, interpretata dalla bravissima Caterina Marchesini

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