Eliporto di soccorso finalmente operativo. Zaia promette: «A breve il volo notturno»

Eliporto di soccorso finalmente operativo. Zaia promette: «A breve il volo notturno»

Le parole più incisive le ha trovate Jacopo Costola, figlio di quell’Angelo Costola che ha scritto la storia della sanità in montagna e a cui è dedicata la nuova base Hems inaugurata ieri (4 luglio) a Pieve di Cadore. «Da sotto è un ecomostro, da sopra è una meraviglia». Ed è proprio così: la nuova base per l’elisoccorso, realizzata a fianco dell’ospedale cadorino, è una terrazza sul lago del Centro Cadore.

Un panorama mozzafiato, che di certo non distoglierà l’attenzione di medici, infermieri e tecnici di volo. Perché alla fin fine non è necessario il bello d’intorno: serve che la base sia utile per la sanità, per i pazienti e per il territorio.


Un investimento da oltre 3 milioni di euro. E il risultato è una costruzione «unica nel suo genere nel panorama nazionale» ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia, che in materia di sanità, quando si trova nel Bellunese, batte sempre lo stesso tasto: «La Regione non chiude ospedali, ma investe su questo territorio».

La base Hems è un eliporto a tutti gli effetti: consente a due elicotteri di lavorare contemporaneamente ed è dotato di un hangar che può ospitare due velivoli, oltre a pannelli fotovoltaici che rendono la struttura autonoma. È unico al mondo anche per la vista panoramica. Ma – come detto – quella serve a poco quando ci sono pazienti in fin di vita, gravi o con problemi che necessitano di interventi rapidi. Per quelli servono i medici. E lo stesso Zaia ha ammesso la difficoltà a reperirli.

«Adesso partiamo con il volo notturno, che significa poter atterrare in qualsiasi posto, anche di notte» ha sottolineato il governatore. «Prima dell’apertura di questo eliporto non era possibile, perché prima va fatto tutto l’addestramento. Intervenire sulle emergenze è fondamentale in montagna, anche se siamo consapevoli che la sanità del futuro è de-ospedalizzata. Oggi però il problema è la carenza di medici».

Servono medici, quindi. Figure come quel dottor Costola a cui è intitolata la base Hems. «Un precursore» ha detto Zaia. «Uno che aveva capito l’importanza di portare il medico dalla persona vittima di incidente, più che di trasportare velocemente il paziente all’ospedale».

Ed è quello che fa l’elicottero, Falco e gli altri che operano in Dolomiti. Lo ha spiegato la direttrice generale dell’Ulss 1 Dolomiti, Maria Grazia Carraro, snocciolando i numeri: «In un anno di voli di elisoccorso, copriamo dieci volte i chilometri necessari a fare un giro intorno alla terra. A terra ci sono sempre nove ambulanze pronte a intervenire nel territorio del Cadore, due automezzi, sette postazioni di soccorso gestite dal volontariato. E abbiamo approdi per l’elicottero anche in nove rifugi. La montagna ha bisogno di questo».

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