“Dovremo andremo noi”: il nuovo album di Alvise Bortolini

“Dovremo andremo noi”: il nuovo album di Alvise Bortolini

È online su tutte le piattaforme, il nuovo disco di Alvise Bortolini: “Dovremo andremo noi”. A circa due anni e mezzo da “Canzoni sole”, il cantautore bellunese torna sulle scene con un album intenso e commovente: in particolare, con dieci tracce che sono un inno all’amore, ai legami e alla loro eternità. 

Dentro sono confluite partecipazioni importanti e amicizie di una vita, a partire da quella con il produttore Fabio Trentini «che ha messo tantissimo di sé in questo mio lavoro, diventandone parte quasi quanto me», commenta Bortolini. Ma anche quella con Gabriele Comeglio (già nell’orchestra della Rai, collaboratore di grandi artisti tra cui Mina e Battiato, Ray Charles e Stevie Wonder), con il trombettista di fama mondiale Fabrizio Bosso e con il batterista Gabriele “Lele” Melotti (batterista di artisti come Renato Zero, Zucchero, Battiato, Vasco, Gino Paoli, Paolo Conte e tanti altri). E poi il legame ventennale con Ron, che nel suo studio di Garlasco ha ospitato la registrazioni di alcune voci.

Non vuole essere una domanda ma nemmeno un’affermazione, il titolo dell’album. “Dove andremo noi” è piuttosto una constatazione, puntini di sospensione rispetto al percorso della vita, ai suoi intrecci e al mistero. Al centro di tutto, in ogni caso, la potenza dei legami attorno ai quali Alvise dipana, traccia dopo traccia, una riflessione personale e universale allo stesso tempo. Una narrazione sull’amore vero e sulla sua unicità.

«Questo disco – commenta Alvise – è nato da una forte esigenza personale di “usare” la musica e le parole per fissare nel tempo, per sempre, l’essenza del mio esistere. L’amore vero ti sceglie e ti porta dove vuole lui, è destino, trasgressione, meraviglia, dolore, potenza del pensiero. In un momento in cui le storie degli altri sono storie di tutti, l’amore vero diventa la più alta forma di libertà, uno spazio immenso dove non esistono più vincoli o giudizi, un cielo da guardare in due provando miracolosamente la stessa emozione. Dietro ogni legame c’è una forma di mistero, un non sapere mai dove andrà a finire, dove porterà. Il titolo dell’album è così una domanda ma, allo stesso tempo, è la risposta. Il dove andremo si configura come il luogo indefinito dove vengono svelate tante cose. Rispetto a questo, per me la musica è da sempre un faro, una guida dalla quale non attendo risposte ma che mi sostiene illuminandomi la strada». 

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