«L’impegno, la solerzia e la lungimiranza delle amministrazioni comunali di Soverzene e Ponte nelle Alpi e dell’Unione Montana meritano un plauso». Ad affermarlo è Pierluigi Trevisan, presidente di Fiab Belluno. Sì, perché è di nuovo percorribile la pista ciclabile di Soverzene, tratto chiave della ciclovia internazionale Monaco-Venezia.
«Il cicloturismo è una forma di turismo rispettosa dell’ambiente – prosegue Trevisan – il cui paradigma è proprio l’opposto del “mordi e fuggi” del turismo in auto. Il cicloturista attraversa lentamente i territori assaporando il paesaggio, fermandosi anche nei paesi più piccoli laddove trovi spunti di interesse culturale, naturalistico o, perché no?, gastronomico. La ciclovia Monaco-Venezia né è un lampante esempio, perché attraversa Codissago, Dogna, Provagna, Soverzene, Soccher, Paiane per dirigersi verso il lago di Santa Croce. Se il cicloturismo cresce, proprio in questi piccoli centri si crea la possibilità di aprire B&B e servizi di ristorazione e ciclo-officine per i cicloturisti».
Ma c’è un buco nero: «La pista ciclabile di Castellavazzo. Distrutta da Vaia nel 2018, non solo non è stata ripristinata, ma è stata usata come cantiere per i lavori sulla statale 51 e, a tutt’oggi, non abbiamo notizie certe sul suo ripristino. Questa interruzione obbliga i cicloturisti a pedalare sulla trafficata statale 51, sfiorati da macchine e tir ad alta velocità. I quattro anni di interruzione hanno comportato una riduzione del numero di cicloturisti in transito, perché nel mondo del cicloturismo, attraverso i social, le brutte notizie si diffondono in fretta, e il pericoloso tratto di statale a Castellavazzo è un deterrente che allontana i cicloturisti del nord Europa dalla Monaco-Venezia».