«La Provincia ha espresso in tutti i modi la sua contrarietà alla diga del Vanoi. E continuerà a ribadirlo, anche se l’impianto – come sembra – dovesse cambiare obiettivo. Fino a qualche tempo fa i progettisti parlavano di scopo irriguo, come prioritario. Adesso invece mettono in primo piano l’obiettivo di sicurezza idraulica in pianura, di fatto pensando al Vanoi come a un bacino di laminazione». Lo dice il consigliere provinciale delegato alla difesa del suolo, Massimo Bortoluzzi, che nella giornata di lunedì (23 settembre) ha partecipato all’ultima tappa, online, del dibattito pubblico sullo studio di fattibilità della diga del Vanoi.
Il consigliere Bortoluzzi, affiancato dalla struttura tecnica di Palazzo Piloni, aveva già partecipato alle tappe precedenti (sia quella online di apertura del dibattito, sia quelle di Canal San Bovo e Cittadella). E ieri ha ribadito la richiesta avanzata ufficialmente dalla Provincia di allungare il dibattito pubblico con una tappa in presenza anche sul territorio bellunese. «Territorio che in caso di danni all’invaso – qualora venisse realizzata la diga – pagherebbe tutte le conseguenze, tra Fonzaso, Lamon e Arsiè» ha detto il consigliere nel suo intervento. «A maggior ragione quindi è fondamentale che il territorio, finora inascoltato, abbia la possibilità di intervenire nel dibattito pubblico con un incontro in presenza, magari nel Feltrino».
Il consigliere poi ha chiesto ai progettisti lumi riguardo il cambio di prospettiva. «Fino a pochi mesi fa si parlava di una diga che aveva lo scopo precipuo di immagazzinare acqua a monte per darla all’agricoltura di pianura, assetata dalle ricorrenti siccità. Adesso invece pare diventato principale lo scopo di prevenzione delle alluvioni, con un bacino di laminazione». «Non vorrei – ha detto il consigliere Bortoluzzi – che si cercasse di bypassare il no unanime del territorio con motivazioni di sicurezza idraulica. Motivazioni che non trovano sponde, dato che per questo scopo c’è il lago del Corlo, per il quale con lungimiranza la Regione Veneto si è già attivata per l’adeguamento dello scarico di fondo».