Prendere in carico i cittadini ad alto rischio vascolare grazie a una diagnosi tempestiva che veda attori protagonisti i medici di medicina generale. È questo l’obiettivo del progetto strategico sovraregionale per il quale è appena stata firmata la convenzione tra il Fondo dei Comuni confinanti e l’Ulss 1 Dolomiti.
L’iniziativa mira a dare una risposta diagnostica precoce, e quindi più efficace, ai cittadini residenti nelle aree montane e a più alta “complessità logistica”, che si trovano perciò in una situazione di maggior sfavore in termini di accesso alle strutture ospedaliere attrezzate.
Il progetto, del costo complessivo di 1,4 milioni di euro, è destinatario di un contributo da parte del Fcc pari a 520mila euro.
«È una iniziativa in cui credo molto e per la quale, di concerto con la direzione dell’Azienda sanitaria, ci siamo impegnati da tempo. La “ratio” è quella di ridurre quanto più possibile le differenze nella possibilità di accesso a diagnosi e cura tra i pazienti che vivono in montagna o nelle aree periferiche e quelli che invece risiedono in città o nei centri di fondovalle, più vicini alle strutture ospedaliere di riferimento», sottolinea il presidente del Comitato di gestione del Fondo, Dario Bond. «Con queste nuove modalità dovremo essere in grado, in particolar modo, di individuare con tempestività i casi urgenti, prendendoli in carico e ottimizzando le modalità di trasporto dei pazienti nel centro hub di riferimento. Un ruolo nodale in questo percorso diagnostico innovativo sarà quello dei sanitari e dei medici di medicina generale, vere e proprie “sentinelle” sul territorio, che verranno dotati di apparecchiatura tecnica specifica (tra cui un palmare) per l’individuazione tempestiva dei quadri clinici vascolari potenzialmente pericolosi; la finalità è di scongiurare in questo modo patologie particolarmente pericolose o invalidanti, come l’ictus. Allo stesso tempo, delle risorse saranno investite anche per il potenziamento della tecnologia ospedaliera, in modo da creare une “rete dialogante” tra medici del territorio e struttura sanitaria».