Diabete, diecimila le persone in provincia

Diabete, diecimila le persone in provincia

Sono circa 10mila le persone diabetiche in provincia di Belluno. O almeno quelle con esenzione specifica. Dal 2008 ad oggi la percentuale di adulti tra i 18 e i 69 anni con diagnosi di diabete è stabile attorno al 4%. Lo confermano i numeri diffusi ieri dall’Ulss 1 Dolomiti, in occasione Giornata mondiale del diabete, nata con l’obiettivo di sensibilizzare sulla prevenzione e sulla cura della malattia, per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Se il diabete mellito tipo 1 è una malattia a genesi autoimmune che compare soprattutto in bambini, adolescenti, giovani adulti e raramente si manifesta dopo i 40 anni, il diabete mellito tipo 2 si sviluppa per il concorrere di vari fattori di rischio in età più adulta, la maggiore frequenza si ha dopo i 65 anni di età.

Per quel che riguarda il diabete mellito tipo 1, nonostante siano state condotte molte ricerche, al momento non c’è alcuna dimostrazione che possa essere prevenuto. È importante però riconoscerlo in modo tempestivo. I sintomi di esordio possono svilupparsi in un breve arco temporale: sete intensa, necessità di urinare spesso, stanchezza, calo di peso sono i sintomi più caratteristici. Il diabete mellito tipo 2 nella grande maggioranza dei casi, almeno nelle prime fasi della malattia, non dà disturbi significativi e viene spesso diagnosticato in occasione di esami del sangue eseguiti come check-up.

«La prevenzione e il controllo del diabete si basano su uno stile di vita sano», osserva Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss Dolomiti. «Una dieta ricca di frutta e verdura, un’attività fisica regolare (almeno tre ore settimanali, meglio se frazionate), l’astensione dal fumo e il consumo moderato di alcolici sono regole alla portata di tutte le persone, di qualsiasi età, con grande evidenza scientifica nella capacità di ridurre, anche in soggetti geneticamente predisposti, il rischio di questa importante e purtroppo frequente malattia».

«L’armamentario terapeutico del diabetologo si è arricchito negli ultimi anni e continuerà a crescere. La terapia del diabete sarà sempre più “cucita su misura” del paziente (sartorialità delle cure). Per vincere la sfida al diabete non si può, però, prescindere dal ruolo attivo (empowerment) del paziente che deve divenire consapevole della propria patologia», commenta Corradina Alagona, responsabile della Diabetologia di Belluno.

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