Denuncia ambientalista: «Un altro incendio doloso, il Cansiglio è ancora sotto attacco»

Denuncia ambientalista: «Un altro incendio doloso, il Cansiglio è ancora sotto attacco»

 

Il mondo ambientalista brucia di rabbia. Ma a bruciare è soprattutto un tratto del bosco del Cansiglio. E immediata arriva la denuncia di Michele Boato (Ecoistituto veneto “Alex Langer”) e Giancarlo Gazzola (Mountain Wilderness): «Il rogo è doloso». 

Il caso risale al giorno dell’Epifania: «Alcuni escursionisti stavano percorrendo il sentiero naturalistico tra Vallorch e i Pich, quando hanno notato due persone che li precedevano: uomini tra i 50 e i 60 anni abbandonavano il tracciato e uscivano sul pascolo, all’altezza dell’ex base militare, vicino a un grande faggio isolato. Proprio alla base della pianta, il fuoco stava iniziando a divampare, alimentato dall’erba secca, mentre i due uomini si allontanavano velocemente». 

Aiutati da un’altra famiglia che li seguiva a breve distanza, i testimoni dell’accaduto si sono subito prodigati per arginare il rogo: «Quando sono arrivati i Carabinieri forestali e i Vigili del fuoco, l’incendio era quasi spento. Ma sarebbe bastata una decina di minuti in più e le fiamme avrebbero raggiunto il vicino bosco: una macchia di abeti di confine tra il bosco stesso e il pascolo». 

I dubbi non mancano: «Difficile che, per distrazione, qualcuno abbia gettato un mozzicone di sigaretta. Anche perché l’incendio era piccolo, ma con parecchi punti di innesco. Si tratta di un’azione voluta e premeditata. E in Cansiglio e nei dintorni, purtroppo, non rappresenta una novità». Gli ambientalisti ricordano il 2012: «A ridosso della tradizionale marcia di novembre, è bruciata Casera Palantina e, un paio d’anni fa, è stato gravemente danneggiato dalle fiamme il rifugio escursionistico Vallorch. Ora questo tentativo di incenerire il pascolo e il bosco». 

Al momento, nessuna rivendicazione: «Forse, a compiere azioni potenzialmente disastrose per il Cansiglio, è qualcuno che preferisce rimanere anonimo. E senza far capire il motivo. Un modo di operare che non sembra casuale o di un piromane, ma sa di avvertimento di tipo mafioso, magari per creare un clima di paura e sospetto continuo». 

La foresta è un bene prezioso. E va salvaguardato: «Non stiamo parlando solo di un luogo con attività economiche, ma anche di un’area di grande interesse storico e naturalistico – concludono Boato e Gazzola -. Chi avranno voluto avvertire mafiosamente stavolta i piromani? Forse vogliono dissuadere coloro che chiedono l’istituzione di una riserva naturale? Oppure far paura a chi chiede che il Cansiglio diventi patrimonio Unesco? O, ancora, è l’avvertimento di qualcuno che intende far capire, colpendo nell’anonimato, che questa è “casa sua” e non vuole alcuna ingerenza esterna?». 

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