Dalla festa alla manifestazione: il 1° maggio di Cgil, Cisl e Uil è puntato sul Covid

Dalla festa alla manifestazione: il 1° maggio di Cgil, Cisl e Uil è puntato sul Covid

Cgil, Cisl e Uil si danno appuntamento davanti alla casa di riposo di Belluno. Perché le residenze per anziani sono state uno dei simboli dell’emergenza Covid. Sarà questo il 1° maggio dei sindacati. Non una festa del lavoro, ma una manifestazione per puntare i fari sui temi del lavoro, soprattutto nel settore socio-sanitario.

È appunto questo il tema scelto dalle organizzazioni sindacali bellunesi, per rendere omaggio e ringraziare coloro che nell’ultimo anno, dal 23 febbraio 2020, sono stati catapultati al centro della pandemia e hanno dovuto e saputo fronteggiarla, per dare a tutto il sistema-Paese le cure e la sicurezza nella salute e, allo stesso tempo, far capire alla cittadinanza come il sistema sanitario fosse in grado di reggere, mentre quello economico s’interrogava su come poter ripartire.

«La pandemia – afferma Massimiliano Paglini, Segretario generale della Cisl Belluno Treviso – ci ha insegnato che senza salute non c’è sviluppo né lavoro, e senza lavoro si disgregano le nostre comunità. Per questo è per noi ancor più doveroso ringraziare chi ogni giorno è stato in prima linea per tutelare tutti noi e i nostri anziani. È un dovere morale, prima che civile, rendere omaggio al lavoro del personale medico e socio-sanitario».

Sono stati tre, e continuano a esserlo, gli emblemi del lavoro nell’ambito socio-sanitario: i medici, gli infermieri, il personale di base degli ospedali, con l’assistenza continua nei reparti Covid o nelle terapie intensive, il personale del servizio prevenzione e nel  territorio (le Usca e i medici di base) che hanno seguito l’evolversi della pandemia e gestivano gli ammalati in isolamento e tutti gli addetti e il personale sanitario dentro le case di riposo, dove il Covid ha procurato purtroppo tante vittime, e ha costretto gli anziani a un isolamento forzato, vietando oltremodo il contatto con i familiari a casa.

«Per questo – spiegano Cgil, Cisl e Uil – la nostra scelta è stata quella di andare alla Ser.Sa, perché è stato uno dei tanti luoghi simbolo del lavoro nell’epoca del Covid».

Oltre alla sanità e alle case di riposo, fari puntati anche su Acc e Ideal Standard, le due crisi aziendali più grosse del Bellunese. «Siamo di fronte a una potenziale ‘bomba sociale’ sia per i riflessi immediati sul territorio per la possibile perdita di 800 posti di lavoro, per le conseguenze su tante famiglie, sia per l’incongruità di quanto sta per accadere, perché ci troviamo di fronte ad aziende che hanno lavoro, produzioni interessanti per il mercato e la loro dismissione non può essere compresa – afferma Michele Ferraro, Uil Belluno -. È impossibile che non si trovino le soluzioni per far sì che questi lavoratori possano continuare a lavorare».

La manifestazione comincerà alle 10.15 e sarà in forma contingentata.

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