Eccoci per un nuovo viaggio nelle leggende di Natale. Pronti?
Forse non tutti lo sanno, ma in una notte fredda e nevosa, un uomo anziano vagava solo per le montagne. Si stringeva stretto alla sua vecchia giacca ormai logora. Finalmente, nel buio, vide una casa illuminata e bussò. Gli aprì un uomo, a cui il povero chiese qualcosa da mangiare e un riparo per la notte.
La famiglia che viveva in quella casa era poverissima. Ma, nonostante questo, tutti fecero qualcosa per dare ospitalità allo sconosciuto. Sulla tavola non c’era molto: una cena scarna e un vecchio pagliericcio per dormire davanti al camino, purtroppo spento. Era tutto ciò che avevano da offrire.
Il giorno dopo, al risveglio, la famigliola non trovò più l’anziano ospite. In compenso c’era un ceppo acceso nel camino. Per la prima volta sentirono il tepore in quella casa.
Mentre guardavano ammirati lo scoppiettio del fuoco, iniziarono a saltare fuori dal camino regali e cibarie di ogni tipo. Si ricordarono in quel momento che era Natale: un magico meraviglioso Natale! Finalmente quella povera famiglia visse nel tepore di una casa e a tavola non mancò più nulla.
IN GIRO PER IL MONDO
In Canada, il Natale segna il periodo più freddo dell’anno. Tutti in casa, quindi.
La settimana prima di Natale, i bambini scrivono la lettera a Santa Klaus e appendono la calza sul camino. La vigilia i bimbi passano di casa in casa cantando e, in cambio, ricevono qualche moneta, qualche dolcetto o qualcosa di caldo.
In Polonia l’albero si addobba il 24 e, in questo giorno, si mangia di “magro”: pesce e verdura. Non si utilizza nemmeno il burro per i dolci.
In Argentina, invece è piena estate: la famiglia si riunisce e solitamente si mangia l’asado: ovvero la carne alla brace. L’albero? Di plastica perché, con le temperature estive, quello vero si seccherebbe subito. E i regali? È compito dei Re Magi: i bambini lasciano le scarpe fuori dalla porta e con un po’ d’acqua per i cammelli.
E in Abruzzo? Il classico e gustoso “parozzo”, un dolce a forma semi sferica che trae origine dal pane rozzo contadino. L’impasto oggi è fatto con granturco, mandorle e arricchito da una copertura di cioccolato fondente. Un dolce amato da Gabriele D’Annunzio.
Alla prossima!