Da Venezia al Fulcis: tornano a casa le spade bellunesi

Da Venezia al Fulcis: tornano a casa le spade bellunesi

Le spade bellunesi tornano a casa. Siglato il protocollo d’intesa tra Comune di Belluno e museo Correr di Venezia. Ventinove armi bianche realizzate tra il XV e il XVI secolo nelle fucine bellunesi sulle rive dell’Ardo troveranno presto degna collocazione a Palazzo Fulcis. Prende così forma il progetto «Klang – spade di leoni e aquile», Interreg Italia – Austria, che vede insieme Circolo cultura e stampa bellunese, Comune di Belluno (che è l’ente coordinatore di tutto il progetto), Comune di Santa Giustina, Comune di Maniago (in Friuli) e Università di Innsbruck, in Austria.

«Le armi dovrebbero arrivare a settimane – spiega l’assessore alla cultura del Comune di Belluno, Marco Perale – e l’allestimento dovrebbe essere completato per Natale». Al museo Fulcis ci sarà così una sala interamente dedicata al ferro. Oltre alla grande cassaforte del Monte di Pietà, alle pareti saranno esposte due schiavone e una schiavonesca (spada rinascimentale veneziana a lama larga da cavalleria), oltre alla partigiana, che presenta fatture simili a quelle presenti sulle armi utilizzate da Enrico VIII e conservate nella Torre di Londra. Saranno poi in esposizione i falcioni, ad ampia lama monofilare e gli spadoni, alti 1 metro e 75 centimetri. Di rilievo anche la targa da scherma.

Non è però l’unica novità del progetto. Nei primi mesi del 2021 vedrà la luce la guida turistica che censirà i luoghi legati alla produzione e alla commercializzazione delle lame. Le miniere (del Fursil, a Colle Santa Lucia e in Tirolo), ciò che rimane degli opifici, musei e collezioni. La guida sarà tradotta in italiano, inglese e tedesco.

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