Da Limana alle case di tutta Italia: quando le sorprese Kinder nascevano a Cesa

Da Limana alle case di tutta Italia: quando le sorprese Kinder nascevano a Cesa

 

Hanno girato tutta Italia, e non solo. Hanno fatto la felicità di migliaia di bambini, per generazioni, e oggi sono ancora oggetti da collezione per gli appassionati. E pensare che prendevano forma a Limana. Anzi, a Cesa, per l’esattezza. Perché è proprio qui che venivano stampati i cowboy degli ovetti Kinder. E anche altre sorprese. Con gli involucri, ovviamente. In pratica, tutto quello che non era l’ovetto di cioccolato al latte più famoso dello Stivale nasceva in un piccolo laboratorio artigiano bellunese. Incredibile, vero? Ed è solo una delle curiosità della Plastics, impresa leader nella produzione di stampi per le materie plastiche.

«Stampavamo la camicia, il cinturone con la pistola, gli stivali con gli speroni… tutte le componenti che correttamente assemblate davano forma al cowboy» racconta Rosanna Sanguinetti, fondatrice dell’azienda insieme al marito Adriano Fregona, e oggi “capitana” d’industria con le figlie Beatrice e Sofia. «All’inizio lavoravamo a Milano: stampavamo con una pressa in via Pontaccio. Poi siamo venuti a Limana e abbiamo impiantato l’impresa nel garage di fronte a casa». 

(sorprese degli anni Settanta e Ottanta, oggi pezzi vintage)

 

Correva l’anno 1964. E da allora ne sono cambiate di cose… non lo spirito imprenditoriale della famiglia Sanguinetti-Fregona. «Abbiamo iniziato a stampare i pezzi delle sorprese della Kinder. Facevamo anche le capsule per gli ovetti – racconta Rosanna -. All’epoca, lo stampo ci era stato dato direttamente dalla Ferrero». Erano gli anni del boom. Belluno era ancora periferia. La Plastics no. E a maggior ragione non lo è adesso, che produce soprattutto per il mercato estero. Non ci sono più i cowboy per gli ovetti Kinder: oggi a Cesa prendono forma i cablaggi per i cavi dei banchi frigo e migliaia di pezzi per l’occhialeria. Il fiore all’occhiello però resta l’officina, dove nascono gli stampi che poi daranno vita a una serie di oggetti di uso quotidiano (e mondiale). Petali di fiori finti, per esempio. Tappini di ogni genere. Una volta, quando ancora si usavano, i bocchini per le sigarette. E negli anni che furono anche una siringa apposita per l’insulina. Tutto grazie agli stampi, in cui viene modellato il materiale plastico.

«Gli stampi ce li produciamo noi, a seconda delle richieste. E rimangono di nostra proprietà – spiega Beatrice Fregona -. Se un’azienda vuole stampare qualcosa di particolare, costruiamo lo stampo e produciamo la stampa. Poi quello stampo rimane di nostra proprietà».

Sono passati decenni dai cowboy made in Belluno e dalle capsule Kinder. L’azienda dal garage si è spostata in uno stabilimento strutturato. Con addirittura un magazzino all’ultimo grido. Un silos computerizzato che seleziona i singoli pezzi da “pescare” e li porta all’operatore in maniera computerizzata. Un’altra sorpresa racchiusa all’interno di un’impresa storica bellunese. Come i giochini dentro gli ovetti.

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