Il presidente della Provincia l’ha definita «la giornata dell’orgoglio bellunese». Ma forse è corretto chiamarla anche la giornata della consapevolezza, perché accende i riflettori su alcuni bellunesi che si sono fatti strada lontano dalla terra d’origine, raggiungendo risultati, successo e riconoscimenti.
Emigranti di successo? Molto di più. Perché ben consci del valore del territorio che li ha lanciati. E riconoscenti al Bellunese. Come i fratelli De Bettin, che oggi guidano una società di ingegneria con oltre 800 dipendenti e si dicono «fieramente comeliani». O come Dario Olivier, gelatiere di successo che conserva con orgoglio l’accento zoldano. O ancora come Andrea Da Ronch, docente universitario a Southampton grato alla formazione che ha ricevuto al liceo scientifico di Belluno. Come Linda Sasset, che da New York dove lavora come biologa sente forte il legame con Belluno. O Come Giuseppe Lauria Pinter, medico e docente universitario a Milano, direttore scientifico della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta, che si dice «molto legato a Belluno: qui ho iniziato la mia carriera professionale e qui ho capito il valore dell’essere bellunese».
Sono i “Bellunesi che hanno onorato la provincia in Italia e nel mondo”, premiati ieri (sabato 26 novembre) a Sedico, in occasione della 22. edizione di un premio ormai storico, fondato da Provincia, Abm e Rotary. Gente che è emigrata, che ha raggiunto i propri obiettivi, ma non ha mai perso il legame con il territorio d’origine.
Il governatore del Veneto annualmente partecipa alla festa dei veneti nel mondo, in Cansiglio. «Ma non è mai venuto a questo premio» ha detto il presidente Abm Oscar De Bona, togliendosi un sassolino dalla scarpa. «Mi auguro che il prossimo anno possa finalmente esserci, per dare il giusto valore a questo riconoscimento dei bellunesi che si fanno valere in giro per il mondo».
De Bona ha voluto ricordare tutti i bellunesi nel mondo mancati negli ultimi mesi. E assegnare un premio “a sorpresa” a uno storico componente dell’associazione, Enrico De Salvador, punto di riferimento degli ex emigranti di Sedico.