Uno strumento in più per muoversi in montagna in sicurezza. In concomitanza con l’arrivo della prima perturbazione invernale ha avuto infatti inizio l’emissione del bollettino pericolo valanghe e di analisi del manto nevoso da parte del servizio Meteomont dei carabinieri, che per Veneto e Friuli Venezia Giulia ha sede nel comando carabinieri forestali di Belluno.
Il monitoraggio del manto nevoso al suolo viene effettuato sia dagli osservatori meteonivologici installati presso le stazioni meteonivometriche a rilevamento manuale, sia dalle pattuglie degli esperti neve e valanghe. Un’attività complessa finalizzata ad individuare le principali criticità legate alla quantità e qualità di neve, che vengono poi comunicate con il bollettino pericolo valanghe. Bollettino che in una prima fase sarà emesso ogni tre giorni, per poi avere, a regime, cadenza giornaliera.
In questo momento il pericolo valanghe è piuttosto marcato (grado 3 su 5) a causa della neve fresca caduta nei giorni scorsi, che risulta particolarmente fredda e con una coesione molto debole. A questo si aggiunge l’azione del vento, particolarmente rilevante sulle Dolomiti orientali, che ha creato accumuli di neve e formazione di lastroni da vento. Sui settori orientali dell’Arco alpino, il distacco è possibile già con debole sovraccarico (es: passaggio di un singolo sciatore).
Dovunque bisognerà fare attenzione al ghiaccio al suolo per il rischio di scivolamenti.