«Ci rubavano perfino i letti»: 104 anni fa la cacciata degli austriaci

«Ci rubavano perfino i letti»: 104 anni fa la cacciata degli austriaci

«Il 1° novembre segna una data indimenticabile nella storia della città di Belluno. Ricorda il fausto giorno della liberazione dall’odiato giogo straniero, insieme colla distruzione di quell’ibrida e anacronistica monarchia degli Asburgo, stata per secoli la minaccia, l’oppressione, l’incubo della patria nostra e il baluardo di ogni forma di reazione». Lo stile è inequivocabile. Comincia con queste parole uno dei discorsi di commemorazione dei caduti della Prima Guerra mondiale. Data 1° novembre 1918: primo anniversario della liberazione di Belluno.

La Grande Guerra finì il 4 novembre 1918. Armistizio firmato a Villa Giusti, nei pressi di Padova, qualche giorno dopo la vittoria di Vittorio Veneto (che porta un nome glorioso proprio in virtù degli eventi di quell’autunno 1918). Ma per Belluno le armi tacquero prima. Il 1º novembre.

Le prime truppe italiane entrarono in città attorno alle 11 del mattino, probabilmente dalla zona di Borgo Piave. Qualcuno sostiene che l’ingresso d’esordio fu di un drappello di arditi comandati dal capitano Arturo Ferrari di Spezia. Ma subito dopo arrivò la brigata dei fanti San Maurizio.

Le fonti dell’epoca (con ampie venature patriottiche) descrivono senza lesinare una patina epica la fuga dei soldati austrungarici e gli applausi festanti dei bellunesi, provati da un anno intero di stenti e privazioni. Li ricorda il sindaco dell’epoca, cavalier Bortolo De Col Tana. Nel suo intervento per il primo anniversario della liberazione racconta delle angherie degli austriaci, che dopo aver sottratto tutti i viveri ai bellunesi, invitavano chi si lamentava per la fame a mangiare i famigliari. «I soldati entravano nelle nostre case e ci toglievano la magra polenta che costituiva il nostro unico cibo» racconta. O ancora: «Gli ufficiali ci cacciavano dai nostri letti per dormirvi loro». Inevitabile che in quel 1° novembre 1918, all’ingresso delle truppe italiane, i bellunesi fossero festanti.

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