Questo pazzo inverno ha imbiancato abbondantemente la provincia.
Impianti chiusi, al momento. Ma non manca un’alternativa per apprezzare le belle giornate e la neve: ai piedi, anziché gli sci, mettiamo le ciaspole!
Non sono oggetti particolarmente alla moda, anzi. Tuttavia, negli ultimi anni, vengono usate sempre di più per passeggiate tranquille e per godere di paesaggi bellissimi. Le ciaspole, infatti, hanno una storia: volete conoscerla?
“Ciaspola” è una parola del dialetto del Val di Non. Le prime, si dice, compaiono nel 6000 avanti Cristo: di solito i popoli nomadi ne facevano uso negli spostamenti, durante gli inverni freddi in Asia, Canada e in America settentrionale. Cacciatori, contadini esploratori, fino ai nostri soldati nella Prima e Seconda guerra mondiale. Aiutavano a muoversi nella coltre bianca senza sprofondare nella neve. Ecco perché l’uomo se ne è sempre servito: per condurre le proprie attività di vita.
Anche i Greci pare le usassero per attraversare, nel quarto secolo, i monti innevati. E perfino le armate britanniche le hanno calzate nella Guerra di Indipendenza. Per poi arrivare ai giorni nostri, con i cacciatori prima e gli alpinisti poi: sembra, infatti, che il famoso alpinista Balmat ne abbia fatto uso per prepararsi alla prima salita del monte Bianco.
Senza contare gli esploratori. Nel 1965 ecco Bonatti per intraprendere la discesa dal Cervino, impresa che aveva realizzato in solitaria. Le racchette ai piedi insomma hanno una storia lunga secoli e ci accompagnano ancor oggi nelle escursioni sulle nostre Dolomiti.
Neve ce n’è. Basta indossarle e, con un po’ di fatica, ci permetteranno di vedere panorami mozzafiato.
Buona ciaspolata! Alla prossima!
