I ricci, un dono divino, il Pan dei Poveri: tutte le sfumature della castagna

I ricci, un dono divino, il Pan dei Poveri: tutte le sfumature della castagna

 

Tempo di raccolta, tempo di castagne.

Tempo di mangiarle davanti al fuoco.

Da sempre il castagno viene coltivato nella zona del Feltrino.

Quello selvatico cresce naturalmente in questi boschi, ma l’uomo ha “addomesticato” la pianta con innesti che si sono trasformati nel tempo in maestosi “Moroner” (moroni, più grandi delle castagne).

Nel Novecento la coltivazione era molto diffusa.

Poi però l’abbandono del territorio rischiava di intaccare pesantemente la coltura di questa meravigliosa pianta: nacque quindi nel 1996 il Consorzio di tutela “Morone” e Castagno Feltrino.

Un centinaio di soci curano i castagneti attraverso la pulizia dei boschi, la potatura delle piante. E sono stati recuperati castagni secolari: altri ne sono stati piantati e innestati. A centinaia.

Oltre al frutto sta prendendo piede l’uso della farina di castagna.

Fin qui la storia: ma poteva mancare la leggenda della castagna?

Eccola…

Si racconta che all’inizio la castagna non avesse il riccio.

Sì, proprio così: era appesa ai rami come un qualsiasi frutto.

Ma un giorno tre castagne decisero di andare dall’albero più vecchio e saggio: non volevano più soffrire il caldo, né il freddo e tantomeno bagnarsi sotto la pioggia.

Il vecchio albero chiamò a raccolta i ricci del bosco e chiese loro di tenerle per qualche notte al calduccio, avvolte dalle loro zampe appoggiate sulla pancia.

Iniziarono così e oggi pare non si siano più lasciati.

Un’altra leggenda racconta che in un paese di montagna, gli abitanti, non avendo più nulla da mangiare, si rivolsero a Dio.

Lo pregarono di dar loro qualcosa per non morire di fame.

E Dio donò loro un castagno.

Ma i ricci non si aprivano e quindi gli abitanti di quel paesino si rivolsero ancora a Lui, pregandolo insistentemente.

Il Signore apparve davanti al castagno, fece il segno della croce e, come d’incanto, i gusci spinosi si aprirono facendo cadere le castagne.

Da allora ogni anno i frutti del castagno si aprono a croce e cadono pronti per essere raccolti e cucinati.

 

CURIOSITÀ 

Sembra che la castagna prenda il nome da un’antica città della Tessaglia, regione settentrionale della Grecia. 

Fu importata dai Romani in Italia. Sana e nutriente, è stata un alimento essenziale per il popolo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Pan dei Poveri”.

Un’altra curiosità?

Per evitare raffreddori e influenze stagionali, raccomandiamo di tenere in tasca una castagna “matta”: non quella del castagno o “Moroner”, ma quella dell’ippocastano: pare abbia proprietà benefiche. Provare per credere.

Alla prossima!

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