Il buio, la nebbia, il temporale. E due inglesi stremati: salvataggio sulla Moiazza

Il buio, la nebbia, il temporale. E due inglesi stremati: salvataggio sulla Moiazza

 

Intervento difficilissimo quello che, dal pomeriggio di ieri e fino a notte fonda, ha impegnato il Soccorso alpino di Agordo sulla Moiazza. 

Fondamentali l’affiatamento e la preparazione tecnica della squadra, che ha riportato a valle due giovani sfiniti dalla stanchezza, lungo 750 metri di dislivello, tra calate in parete e ripidi sentieri resi ancor più scivolosi dalla pioggia. I ragazzi, inglesi di 30 e 27 anni, avevano lanciato l’allarme attorno alle 17. E uno di loro era alla prima esperienza.

Partiti alle 3 di notte dal Rifugio Tomè, sul Passo Duran sono arrivati alla Cresta delle Masenade, forse già stanchi. Così hanno deciso di rientrare seguendo l’itinerario appena percorso. Durante la discesa, però, sopra la Cattedrale hanno sbagliato traccia. Una volta capito che da quel punto non sarebbero passati, gli escursionisti sono tornati sui loro passi alla Cattedrale e, ormai esausti (uno anche con escoriazioni dovute a una scivolata), si sono fermati e hanno chiesto aiuto. 

Tuttavia, in un primo momento, dalla Centrale operativa del 118 non è stato possibile ricevere notizie certe sulla loro posizione: il cellulare non prendeva e solo attraverso alcuni messaggi i soccorritori sono riusciti a risalire a due coordinate differenti. 

L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, subito decollato, ha sorvolato la Moiazza, ma le nubi non hanno di individuare gli escursionisti. I soccorritori si sono quindi divisi: due verso la cima della Ferrata, tre giù verso la Cattedrale. Gli stessi tre si sono abbassati e hanno iniziato a chiamare: in risposta, le urla. Erano gli inglesi, poco sotto, a 2.590 metri di quota. 

Calato il buio e con i due allo stremo delle forze, si è tentato un recupero con l’eliambulanza, vanificato però dalla nebbia persistente. Alle 23 il gruppo è stato investito dal temporale e, abbandonato il materiale di metallo per il rischio di fulmini, si è riparato sotto la roccia.

Quando la pioggia è cessata, hanno ripreso a scendere per la via normale che passa nel canalone tra la Pala del Belia e la Pala del Bo, sul cui tratto terminale si era formata una cascata d’acqua. I tecnici hanno dovuto predisporre altri tre ancoraggi su roccia per superare alcuni salti, sono risaliti sulla Pala del Bo – raggiunti da altri due soccorritori in supporto alle operazioni – per poi prendere il sentiero e arrivare alle 2 al Rifugio Carestiato, dove un’altra squadra di quattro persone era pronta a partire. Gli escursionisti sono poi scesi con i soccorritori in rientro fino al Passo Duran.

Esausti, ma sani e salvi. 

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