La malattia del commercio colpisce tutti. Non solo la montagna. Lo dicono le cronache e i dati provenienti anche dalle grandi aree urbane, dove – centro a parte – le periferie assistono impotenti alla chiusura di negozi e attività.
La cura? Dovrà essere dosata in maniera diversa tra la pianura e le zone in quota. Con priorità alla montagna. È quanto sostiene l’Uncem, l’unione nazionale dei Comuni e degli enti montani.
«Negli ultimi giorni è cresciuta l’attenzione sul problema molto complesso relativo alla tenuta del commercio nelle aree urbane. In città chiudono sempre più negozi: è grave e i quartieri, fuori dai centri storici, soffrono profondamente – premette Marco Bussone, presidente nazionale Uncem -. Fanno bene le associazioni di categoria a denunciare il fenomeno e a individuare soluzioni. Mi permetto però di segnalare che nelle zone montane, nei Comuni alpini, il fenomeno della deserificazione commerciale è ormai gravissimo e ha già generato oltre 200 Comuni senza un’esercizio commerciale (ce ne sono alcuni anche in provincia di Belluno, ndr). Quando chiude un negozio o un bar, chiude un Paese. Nessuna contrapposizione tra città e montagna, ci mancherebbe. I negozi sono importanti ovunque si trovino. Attenzione però a non mettere un problema prima dell’altro, accendere i riflettori sui quartieri e spegnerli sui borghi, nel caso fossero mai stati accesi».