«La questione elettrodotto e Terna? Come il gioco dell’oca». Ad affermarlo è l’associazione Vivaio Dolomiti. Che parte riavvolge il nastro al 2009: «Terna parte con il progetto “Rtn media valle del Piave”. L’accordo viene definito nella sede della Provincia con le amministrazioni di Soverzene e Ponte nelle Alpi e con l’allora presidente Sergio Reolon. Metodo utilizzato? Quello del cavallo di Troia, ovvero risolvere alcune criticità dei due comuni per dare il via a un progetto di rilevanza internazionale. Fermati gli amministratori locali dal buon senso di centinaia di cittadini, che si riuniscono in comitati e coinvolgono con migliaia di firme la popolazione, Terna ripiega sulla Regione, chiamata in causa dagli stessi cittadini».
Nel frattempo fioccano interrogazioni e mozioni parlamentari: «Così si arriva al famoso tavolo provinciale, aperto l’anno scorso, in cui i sindaci, muniti finalmente di supporto tecnico, si confrontano con il proponente. E invece cosa accade? Terna incontra separatamente i singoli comuni di Ponte, Soverzene e Belluno, come accaduto pochi giorni fa, per imporre la propria linea dando ancora dei contentini nell’ambito locale e scavalcando completamente la Provincia che ha attivo un apposito tavolo di discussione. Tavolo che coinvolge tutti i comuni interessati dal progetto. Dai recenti incontri sono stati esclusi di nuovo gli altri territori».
Vivaio Dolomiti arriva a una conclusione al vetriolo: «Non esiste autorevolezza politica nel Bellunese e nemmeno rispetto fra i sindaci. Come riportato da Terna all’interno del piano strategico depositato al ministero: la provincia di Belluno è di bassa scolarizzazione, tutti gli elementi validi e istruiti emigrano, le valli si spopolano. Come darle torto visto i soggetti con cui relazionano nel territorio? Ripartiamo dagli accordi del 2009 con molti miglioramenti e questo è merito dei cittadini, che però a differenza di alcuni sindaci pensano pure agli abitanti delle altre località interessate, mentre c’è chi non rispetta nemmeno i colleghi».