Innsbruck guadagna consensi giorno dopo giorno. La pista da bob a Cortina, al contrario, perde di appeal. L’ultima uscita, in ordine di tempi, è quella del Bard, che chiede di guardare verso l’Austria con simpatia.
«La proposta arrivata da Innsbruck va sicuramente tenuta in forte considerazione: parliamo di un impianto internazionale funzionante, che richiede pochi milioni di euro per una piena funzionalità, a fronte di un investimento di diverse decine di milioni – qualcuno dice anche oltre 100 – e una vera e propria corsa contro il tempo per quello di Cortina. È tempo di dire addio ai campanili: la guerra con l’Austria è finita da decenni, bisogna cogliere l’occasione per delle Olimpiadi veramente sostenibili» dicono dal movimento Belluno Autonoma Regione Dolomiti.
«Parliamo di un impianto utilizzato per le gare di Coppa del Mondo: se c’è da superare qualche inghippo tecnico e burocratico, di tempo ce n’è a sufficienza. La gara andata deserta per Cortina, con una cordata di imprenditori che ha rinunciato a presentare la propria offerta lamentando proprio i tempi troppi stretti per la realizzazione dei lavori, dovrebbe far riflettere. Senza entrare nei rapporti politico-diplomatici tra Innsbruck, Fondazione e gli altri soggetti, ci auguriamo che la proposta venga approfondita, dal punto di vista economico, tecnico e ambientale, e non scartata a priori ma realmente tenuta in considerazione, anche per il considerevole risparmio di risorse che comporterebbe e che potrebbero essere dirottate su altri interventi “olimpici” e necessari al nostro territorio: sono infatti indispensabili e urgenti interventi infrastrutturali, non solo sul fronte della viabilità, che a partire dalla stessa Cortina possano portare i centri bellunesi a un livello almeno comparabile con quello delle aree turistiche di Trento e di Bolzano. Se le Olimpiadi “vaste” di Milano-Cortina coinvolgeranno per eventi di grande importanza anche la Valtellina, la Val di Fiemme e il Sud Tirolo, che poco o nulla c’entrano con la denominazione, non vediamo perché in un’ottica di collaborazione e di sostenibilità tra territori alpini Innsbruck non debba potersi giocare le sue – ottime – carte».