Basta convogli sbuffanti. Inaugurato il primo treno elettrico per il Bellunese

Basta convogli sbuffanti. Inaugurato il primo treno elettrico per il Bellunese

E’ arrivato in perfetto orario, alle 10.47, il primo treno elettrico della provincia di Belluno. A bordo il presidente della Regione, Luca Zaia, l’assessore alle infrastrutture, Elisa De Berti e il ministro per i rapporti col Parlamento, Federico D’Incà. Ad aspettarli, sulla banchina della stazione tirata a lucido, consiglieri regionali, sindaci (o loro delegati) e molti curiosi.

Ad accogliere il nuovissimo convoglio “Pop” (uno dei 78 treni acquistati dalla Regione) anche il piccolo coro dei bambini dell’asilo Cairoli.

Modernità, la parola più usata nei discorsi ufficiali. Che forse fa un po’ specie, parlando del 2021. Ma l’elettrificazione è un traguardo agognato e inseguito a lungo. «Un sogno che si è avverato – dichiara Zaia – perché sembrava quasi impossibile pensare ad un treno elettrificato a Belluno. Invece siamo qui, con un treno che impiega 13 minuti in meno di prima e senza il cambio di vettura a Conegliano».

E sullo sfondo si staglia l’altro grande progetto, per ora nemmeno ancora sulla carta: il treno delle Dolomiti. «Ormai siamo pronti anche con quel progetto: la prossima settimana De Berti incontrerà la comunità».

L’altra parola ricorsa spesso, naturalmente, è “Olimpiadi”. «Il 2026 è un traguardo fondamentale. E anche questo sembrava un sogno. Quando per primo lanciai l’idea – rivendica Zaia – le reazioni erano tra il sorriso e la presa in giro. Invece le abbiamo avute».

L’elettrificazione del tratto Conegliano – Belluno è costato a Rfi 55 milioni di euro, ma il progetto complessivo, che comprende i tralicci anche fino a Feltre e Montebelluna, ne costerà 200.

Di «Punto di svolta» parla l’assessore del Comune di Belluno Franco Frison, che garantisce come «Ora accelereremo sul nuovo piazzale della stazione. Ormai è una questione di orgoglio personale. La linea elettrificata necessita di una stazione che si presenti al meglio».

Restano fuori, al momento, i chilometri tra Ponte nelle Alpi e Calalzo. Certo, qui c’è in gioco la partita del Treno delle Dolomiti: ma perché, ispira D’Incà, «Non pensare lì ai treni ad idrogeno? Una tecnologia che Trenitalia ha nel cassetto». Per il ministro bellunese, «Questo primo viaggio del treno racconta una storia nuova. Fino a qualche anno fa la ferrovia era legata all’emigrazione, affetti lasciati, valigia di cartone. Un viaggio dalla montagna verso mete sconosciute. Ora invece abbiamo fatto il viaggio inverso. Un segnale di speranza: il treno come motore di sviluppo e aiuto per combattere lo spopolamento».

«Il transito dei primi treni elettrici a Belluno è un traguardo importante. Ma attenzione: è un punto di partenza, o meglio di ri-partenza, non certo un punto di arrivo – aggiunge il presidente della Provincia, Roberto Padrin -. Da qui dobbiamo proseguire verso Feltre e Montebelluna, da un lato. E potenziare anche la linea verso Calalzo, dall’altro. Questo giorno è la prova che quando remiamo tutti dalla stessa parte, facciamo il bene del territorio e realizziamo opere utili. Per una provincia che sconta la marginalità e il fatto di essere periferica rispetto ai centri del Veneto ogni infrastruttura è utile».

Purtroppo il covid, ricorda Padrin, «Ha creato disaffezione nei confronti del trasporto pubblico. Il nostro compito sarà quello di recuperare la fiducia degli utenti da qui ai prossimi mesi. Sono convinto che con questi treni elettrici sarà più facile».

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto