Nuova Tac e acceleratore lineare più preciso: cresce la dotazione tecnologica del “San Martino”

Nuova Tac e acceleratore lineare più preciso: cresce la dotazione tecnologica del “San Martino”

Una nuova Tac e un acceleratore lineare sempre più preciso. Cresce la dotazione tecnologica dell’ospedale “San Martino” di Belluno. I due nuovi strumenti (del costo totale di due milioni di euro) sono stati inaugurati e visitati ieri dal presidente della Regione Luca Zaia, a margine dell’inaugurazione della linea elettrificata della ferrovia. Assieme a lui l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, i consiglieri regionali, la direzione dell’Ulss 1 e (collegati in streaming) tutti i primari e i caposala dell’azienda sanitaria.

La nuova Tac, un modello TC Revolution a 256 strati, è un’apparecchiatura di nuova generazione in grado di acquisire ampi volumi anatomici in un’unica scansione. L’acceleratore lineare della Radioterapia, invece, consente una maggior efficacia del trattamento, grazie alla possibilità di erogare una dose di radiazioni più elevata al bisogno, e minor tossicità.

Investimenti che guardano al futuro, come hanno sottolineato Zaia e Maria Grazia Carraro, direttore generale dell’Ulss 1. «Il covid ci ha obbligato e insegnato l’uso delle nuove tecnologie – sono le parole del governatore – e sempre di più le useremo. Quella è la strada: tecnologie, intelligenza artificiale e deospedalizzazione. La sfida non è aumentare i posti letto in ospedale, ma curare sempre di più e meglio le persone nel territorio. E per fare questo, oltre a ciò che ho detto prima, naturalmente servono le persone. Abbiamo assunto molti medici che prima del covid le norme non ci avrebbero permesso».

Un ospedale moderno diventa anche più attrattivo per i giovani professionisti, sottolinea Carraro: «Oggi l’ospedale si pone all’avanguardia. Queste apparecchiature sono e devono sempre più «diventare anche fonte di attrattività, per i professionisti che possono aver voglia di venire qui ad accrescere le loro professionalità».

E a chi lamenta la necessità per i residenti più periferici di doversi spostare a Belluno o Feltre per esami specialistici, il direttore generale risponde: «Il futuro è la telemedicina. La stiamo già attuando, nell’ottica di andare sempre più spesso noi direttamente a casa del paziente, monitorandolo poi da remoto».

Una sfida da vincere «Mettendo da parte i campanilismi», come sottolinea il presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 1, Paolo Perenzin: «Dobbiamo saper costruire l’integrazione all’interno dell’azienda sanitaria. E dovremo saper fare delle scelte. Al presidente della Regione non dobbiamo portare i nostri campanili: dobbiamo invece riunire i nostri tavoli, analizzare qui le questioni, prendere le decisioni e solo poi portarle a Venezia».

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