«Ci sono interessanti opportunità per i nostri territori di montagna, che vanno ad aggiungersi ai bandi in uscita per Gal e aree interne. Sono occasioni importanti da cogliere e da combinare tra loro per ottimizzare i contributi. Biologico, tutela della biodiversità, sostenibilità ambientale, domotica, efficientamento energetico sono le linee di indirizzo dei fondi messi a disposizione, in linea con i bisogni e le lacune del nostro territorio». Ad affermarlo è la consigliera regionale della Lega, Silvia Cestaro, dopo la pubblicazione dei bandi della Regione Veneto.
Dall’edilizia alla cultura, dallo sport all’agricoltura fino al turismo, al commercio e ai settori della caccia e della pesca. Sono una ventina i bandi della Regione Veneto attualmente attivi e in scadenza tra il prossimo 15 maggio e la fine dell’anno. Molti sono rivolti ai privati, altri alle pubbliche amministrazioni. In particolare Cestaro invita a prestare attenzione alle opportunità per i settori dell’agricoltura e del turismo, destinati a segnare il passo dell’attività e dell’evoluzione del mercato dei prossimi anni.
La prima tranche di bandi Csr, ex Psr, è in scadenza il 15 maggio. Le linee di finanziamento e il sistema di punteggio vanno a premiare le attività attente al rispetto della biodiversità, all’abbattimento dell’utilizzo di fitofarmaci, al biologico, alla tutela delle razze autoctone. “Si delinea un’agricoltura moderna, attenta all’ambiente e all’impatto su di esso – spiega Cestaro -, i fondi a disposizione sono un invito a modernizzare i sistemi di gestione e la stessa concezione di coltivazione e allevamento. Inoltre, grazie al percorso iniziato nel 2020 sulle plt, oggi viene riconosciuta come area pascolabile anche il terreno sotto chioma o le zone con arbusti, questo è importante per i nostri allevatori”.
Importanti per l’economia della provincia, anche i bandi legati al turismo che guardano a strutture alberghiere moderne, dove l’uso della domotica e la riqualificazione energetica consentono di gestire meglio i costi nella prospettiva futura, magari, di strutture aperte tutto l’anno. «Oggi si chiude nei periodi di bassa stagione – commenta la consigliera – perché di fatto i costi di gestione sono molto alti e quando molte camere sono vuote il sistema non si regge. La domotica consentirebbe di gestire il riscaldamento di ogni singola camera in modo autonomo, così da dividere l’albergo in sezioni e attivare solo quella dove sono presenti ospiti. Le prospettive, si capisce, sono importanti per il settore alberghiero della nostra provincia e, di conseguenza, per tutto il comparto del turismo».