Asiago riapre il punto nascite. I Comitati per la sanità di montagna attaccano: «Quando Pieve di Cadore?»

Asiago riapre il punto nascite. I Comitati per la sanità di montagna attaccano: «Quando Pieve di Cadore?»

«Non siamo figli di un Dio minore. Ma evidentemente esistono una montagna di serie A e una di serie B». I Comitati per la sanità di montagna non usano giri di parole. La notizia che il governatore Zaia ha riaperto il punto nascite di Asiago fa ben sperare anche per Pieve di Cadore. Ma adesso gli attivisti chiedono concretezza.

«Il presidente Zaia riapre il punto nascite ad Asiago definito “ospedale di montagna” e attiva tutte le procedure possibili perché i bambini possano nascere nel loro ospedale di territorio. E il punto nascite di Pieve di Cadore?» si chiedono i Comitati, con la sempre attentissima Maria Antonia Ciotti, già sindaco del paese del Tiziano. 

«Siamo o non siamo nella montagna veneta come e più di Asiago? Perché due pesi e due misure, signor presidente?» la domanda, rivolta direttamente a Luca Zaia. «Il Cadore, il Comelico, la Val Boite hanno gli stessi diritti, perché noi distiamo dall’ospedale hub di Belluno ben di più di Asiago. Chi vive in queste nostre zone – Comelico e Alto Agordino – è stato privato anche dei servizi salva vita, nel piano sanitario che la sua amministrazione ha fatto nel 2012. E quando l’elicottero non può volare, le popolazioni che vivono qui sono a rischio di morte: basta contare i chilometri e le gallerie».

Da qui l’appello. Diretto. «Si metta una mano sulla coscienza signor presidente e faccia per Pieve di Cadore e Agordo quello che è riuscito a fare per Asiago: non siamo figli di un Dio minore».

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