Un corso per realizzare e recuperare i muri a secco, un’arte che dal 2018 è patrimonio immateriale dell’umanità tutelato dall’UNESCO: a promuoverlo, il CFS – Centro Formazione e Sicurezza di Sedico, l’Associazione Pietra e Scalpellini di Castellavazzo e ITLA Italia (International Terraced Landscapes Alliance – Alleanza Internazionale del Paesaggio Terrazzato), che hanno coinvolto dodici professionisti del settore edile in attività di formazione teorica (nelle sale del Museo della Pietra e degli Scalpellini di Castellavazzo) e nel laboratorio pratico che in questi giorni si sta tenendo proprio all’esterno del museo.
Quella del muro a secco è un’arte che nei decenni e secoli scorsi era molto diffusa anche nel Bellunese, tanto che nella prossima primavera i corsisti saranno coinvolti in una nuova esperienza, questa volta sul territorio di Castellavazzo, nel recupero di alcuni dei tanti muretti a secco presenti nella zona. Nel corso degli ultimi 70-90 anni, però, questa tecnica è andata perdendosi, visti anche i progressi tecnologici, chimici e nei materiali, ma la struttura del muro a secco – ideale soprattutto per il territorio montano – va tutelata e le sue “regole” tramandate.
Nemmeno il tempo di finire questa iniziativa, e con il laboratorio primaverile già in calendario, che l’Associazione Pietra e Scalpellini di Castellavazzo guarda oltre: «La nostra volontà – annuncia Feltrin – è che questo corso diventi un appuntamento annuale, visti i tanti muri a secco che caratterizzano l’area di Castellavazzo e la possibilità di recuperare al meglio quei paesaggi terrazzati peculiari del nostro territorio».