Un’agenzia provinciale che tuteli e promuova la lingua ladina. È il progetto elaborato dai ladini bellunesi, con il supporto del Bard, e presentato ieri al consiglio provinciale.

D’altra parte la situazione per i ladini in provincia non è facile. A cominciare dal fatto che non si sa quanti siano i parlanti ladino nel Bellunese, dato che non è mai stato fatto un censimento, al di fuori dei tre comuni della ladinia “storica”, ovvero Livinallongo, Cortina e Colle Santa Lucia. A questo si sommano una serie di problematiche, messe nere su bianco nel corposo report redatto nei mesi scorsi dal sociologo Diego Cason e presentato in alcuni dei luoghi simbolo della ladinia bellunese:

Ieri una delegazione di ladini ha presentato il documento al consiglio provinciale. Accompagnandolo con una serie di richieste. Su tutte quella di istituire un’agenzia provinciale per la pianificazione linguistica del ladino, sulla falsariga di ciò che già accade in Trentino, in Alto Adige ed in Friuli per la lingua friulana. Per i ladini bellunesi questa è l’unica strada per mantenere viva una minoranza linguistica che deve essere tutelata:

Il problema è che al momento, come hanno spiegato i consiglieri provinciali alla delegazione, non ci sono soldi per istituire un ufficio apposito. «Ma la Provincia ha dato la sua disponibilità ad andare avanti – spiega il giovane Davide Conedera – anche provando ad utilizzare parte dei fondi per i comuni di confine, se possibile».

(In foto la recente visita della delegazione ladina bellunese al Parlamento europeo)