Aree di ammassamento in zone alluvionali: l’opposizione boccia il piano di Protezione Civile

Aree di ammassamento in zone alluvionali: l’opposizione boccia il piano di Protezione Civile

«L’amministrazione si è già dimenticata gli allagamenti di dicembre. Non si spiega altrimenti la decisione del piano di Protezione Civile». A parlare è la minoranza del Comune di Alpago. Che l’altra sera, in consiglio comunale, ha chiesto di valutare e modificare il piano presentato dal sindaco. Risposta: niet. Il consiglio ha approvato. «Ma i problemi restano» spiegano i consiglieri di minoranza.

«Alcune aree di ammassamento e ricovero in caso di calamità sono state individuate in zona alluvionale – spiega Massimo Bortoluzzi -. Tra l’altro proprio dove lo scorso dicembre si sono verificati allagamenti. Comprensibile l’idea dell’amministrazione di approvare in fretta il piano. Ma forse posticiparlo un attimo per apportare le modifiche del caso sarebbe stato meglio. Così si corre il rischio che la gestione di eventuali emergenze diventi ancora più complicata, con l’insorgere di ulteriori problemi».

Quello di martedì sera (23 febbraio) è stato un consiglio piuttosto acceso. Con l’approvazione del Dup e del piano triennale opere pubbliche fortemente contestato dall’opposizione. Motivo? «Figura nella lista ancora la strada Pieve-Plois, partita da circa 700mila euro e arrivata a costare quasi il doppio. Tra l’altro con utilizzo dei Fondi Letta – spiegano dal gruppo Io scelgo Alpago 3.0 -. Fondi che potevano essere utilizzati per creare servizi e lavori di altro tipo sul territorio, non per perseverare in un’opera che nasce sbagliata e che riverserà problemi anche sulle future amministrazioni. Il primo stralcio ha già evidenziato tutte le problematiche, e le piogge dell’ultimo evento meteo, a dicembre, avevano provocato smottamenti a monte e a valle. Non c’è nulla di strano: il professor D’Alpaos, l’assessore regionale Bottacin e il consigliere Bortoluzzi già un paio di anni fa avevano spiegato che quel progetto ricade in zona che presenta pericolosità idraulica».

L’opposizione ha sollevato anche un’altra questione, quella del «lievitare costante dei costi delle opere programmate». «L’esempio è l’asilo di Farra, partito da 1 milione, e arrivato oggi a sfiorare i 2,5 milioni spesi per l’intervento – sottolinea Bortoluzzi -. E questo perché si sono fatti dei lavori senza seguire una programmazione ottimale».

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