Anziani al sicuro. Il 56% degli over 80 ha già ricevuto la prima dose di vaccino

Anziani al sicuro. Il 56% degli over 80 ha già ricevuto la prima dose di vaccino

La battaglia contro il coronavirus è davvero entrata nel vivo. Ci sono le armi: una fornitura via via più importante e costante di vaccini. E ci sono i soldati: a partire dalle oltre 80 persone impegnate ogni giorno nella filiera della somministrazione del siero antivirus. Ma non solo, ci sono gli operatori sanitari e i medici di base. Le nuove reclute, che da una settimana hanno cominciato a dare il loro grande apporto.

L’Ulss 1 Dolomiti, in questi giorni, somministra circa 2000 vaccini al giorno: 2404 nella sola giornata di ieri. Dove, al drive – in di Paludi, si sono formate lunghe code. E molte dosi di vaccino Pzifer sono rimaste inutilizzate. «Mi scuso e chiedo comprensione per i disagi – afferma il direttore generale dell’Ulss 1, Maria Grazia Carraro – stiamo cercando di fare il meglio possibile ma questa è una fase in cui molte cose vanno ancora tarate. Ieri abbiamo fatto un tentativo, aggiungendo alla seduta vaccinale su prenotazione una giornata ad accesso libero per le classi 1938 e 1939. Ci aspettavamo circa 200 persone, ma se ne sono presentate più o meno un quarto. Evidentemente non avevamo comunicato a dovere. Per quanto riguarda la lunga attesa, è dipesa dal fatto che ieri a Paludi non erano state separate le due linee di vaccinazione. Un errore, di cui faremo tesoro».

Disguidi a parte, la campagna prosegue a buon ritmo. Sono più di 37.600 le dosi di vaccino finora distribuite nel territorio dell’Ulss 1. Il 56% degli over 80 ha già ricevuto la pria dose (oltre la media regionale) e il 18% ha completato l’intero ciclo.  «Stiamo cercando di utilizzare tutte le dosi di vaccino che abbiamo in magazzino – spiega Carraro – contando sul fatto che la fornitura ora è costante e le scorte vengono reintegrate ogni settimana».

Insomma, il piede è ben premuto sull’acceleratore. Ed ora il motore ha più cavalli, grazie alla disponibilità dei medici di base. Saranno loro, in accordo con l’Ulss, ad occuparsi delle persone tra i 70 e i 79 anni.

«Siamo partiti lunedì, in Comelico – spiega Sandro De Col, direttore del distretto 1 – ieri a Cavarzano, oggi e domani a Longarone e Zoldo, Borgo Valbelluna, Alano di Piave e Cortina. Stiamo definendo il calendario e nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, anche su questo fronte ci saranno più opportunità di vaccinazione. Ad esempio, martedì, mercoledì e giovedì, ancora alla parrocchia di Cavarzano, ci sarà una seduta vaccinale ad opera dei medici di Belluno e Limana, che non hanno partecipato a quella di ieri. Si vaccineranno circa 1000 persone, nel pomeriggio».

Il mondo della vaccinazione da parte dei medici di base è ampio e variegato. Le modalità di organizzazione sono molteplici. Oltre alle giornate vaccinali di gruppo, alcuni medici (è il caso di Sedico) hanno cominciato a vaccinare in ambulatorio i loro assistiti, o a domicilio.

«E’ uno sforzo immane, quello di questa campagna – commenta Carraro – ma è bello vedere come tutti si sentano coinvolti. Non solo medici e operatori sanitari, ma anche sindaci, volontari delle associazioni e semplici cittadini».

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