Da lunedì prossimo, niente mammografie esterne all’ospedale di Pieve di Cadore. Soltanto quelle previste dallo screening. E per l’associazione “Tutela salute del cittadino”, tante volte sulle barricate per la difesa della sanità di montagna, è l’ennesimo affronto.
«Siamo stati avvertiti da alcune pazienti oncologiche, preoccupate perché a Pieve, da lunedì, non si faranno più mammografie esterne, come già sta accadendo ad Agordo dai primi di marzo. Tutte le altre vengono dirottate su Cortina, dove non esiste la “storia” della paziente e non si faranno le eventuali ecografie» denunciano dall’associazione. Anche con un appello al dottor Raffaele Zanella, «cadorino, tra i dirigenti responsabili nei luoghi di “comando”. E gli chiediamo: ma come si fa a penalizzare ancora di più la popolazione femminile e le famiglie su una patologia così diffusa e che ha sempre avuto nella nostra Ulss un percorso di cura e di controllo ottimale? Perché mandarci dal privato togliendo ulteriormente al nostro ospedale, come le foglie di un carciofo, i servizi indispensabili alla salute?».
L’associazione promette battaglia. Come ha già fatto nel recente passato. «Siamo esterrefatti e indignati. Chiediamo alla politica nazionale e regionale di intervenire, per un atto di giustizia nei confronti della gente di montagna, che non è di serie zeta».