Acqua protagonista a “Chies e le sue montagne”

Acqua protagonista a “Chies e le sue montagne”

L’acqua è una risorsa per tutti o delle comunità locali? È questa la domanda (e il titolo dell’incontro) che si pone “Chies e le sue montagne” nella tavola rotonda in programma venerdì prossimo (27 ottobre) alle 18 al teatro minimo.

A intervenire saranno l’avvocata Elisa Tomasella, il presidente delle Asuc trentine Robert Brugger e l’ingegnere Giuseppe Romanello, direttore del Consiglio del bacino idrico “Dolomiti”.

Il tema è stato già affrontato sotto vari aspetti nel corso dell’anno proprio in quel di Chies. D’altronde le difficoltà legate alla siccità e gli eventi atmosferici sempre più eccezionali pongono questa risorsa fondamentale per la vita al centro dell’attenzione.

Per il 27 ottobre “Chies e le sue montagne” ha organizzato una serie di iniziative che interesseranno tutta la giornata.

A partire dalle ricorrenze del 60° del Vajont: alle 9 ritrovo in zona diga per una visita guidata al coronamento con il dottor Marco Tonon e alle 14.30 la visita alla galleria drenante del Monte Teverone con il geologo Nicola Fullin (informazioni tel. 3315859107).

A chiudere la giornata sarà lo spettacolo “Acqua Fonte di Vita” che unisce musica e poesia grazie alle meravigliose interpretazioni del pianista Carlo De Battista, della violoncellista Giulia Sfoggia e del poeta Antonio Chiades (nella chiesa di Condenzano).

La rassegna “Chies e le sue montagne” ha già affrontato il tema ambientale nei giorni scorsi. Domenica 22 ha visto una cinquantina di persone, provenienti sia dalla Conca dell’Alpago sia dalla Valcellina, ritrovarsi sulla Forcella Valgrande insieme ai rappresentanti delle amministrazioni comunali per celebrare un gemellaggio antico di scambi che nella storia hanno interessato questi luoghi. L’occasione è stata la consueta messa in vetta, celebrata da don Rinaldo Ottone, per ricordare la “montagna meraviglia del creato”.

Sempre domenica, a San Martino, si è tenuta una serata interessante sulle prospettive di sviluppo della montagna legate al cambiamento climatico. A intervenire è stato il professor Luca Mercalli, climatologo di fama internazionale, che sulla base dei dati attuali ha deciso di fare una scelta radicale di vita, andando a vivere a 1.650 metri di quota. Centocinquanta le persone, arrivate anche da molto lontano, che hanno mostrato un interesse acceso verso gli scenari futuri disegnati da Mercalli e in cui la montagna rappresenta un habitat per l’uomo privilegiato da qui ai prossimi 20 anni, quando probabilmente molte zone della Terra diventeranno fortemente ostili a causa delle temperature eccessive.

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