I lavoratori di Acc lo dicono da anni e spesso non vengono presi sul serio: «Lo stabilimento non è morto, fa un prodotto di qualità e ricercato sui mercati». Lo stesso Maurizio Castro, commissario straordinario, ha più volte snocciolato i dati di produzione, quanto mai incoraggianti. Eppure, fino a oggi, la vecchia Zanussi è sembrata uno zombie. Impossibile che qualcuno fosse davvero interessato a mettere mano al portafogli per portarsela via. Invece… Le notizie arrivate dal tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo economico raccontano tutt’altro. Dicono che ci sono due manifestazioni di interesse ufficiali per acquistare Acc. E altre richieste ufficiose. Tradotto: qualcuno vuole rilevare la fabbrica e continuare a produrre compressori per frigoriferi a Mel. Se son rose, fioriranno. Ma intanto per i lavoratori c’è la certezza di aver avuto ragione in tutti questi mesi. E soprattutto la speranza di non perdere il lavoro.
«C’è interesse per il nostro stabilimento perché é l’ultimo di produzione italiana del compressore. Perché c’è un progetto di nuovo compressore di rilievo per il mercato della filiera del freddo. Perché c’è una crescente richiesta dei maggiori produttori di frigoriferi di reperire componenti di qualità a filiera corta – dichiara Elena Donazzan, assessora regionale al lavoro -. Acc rappresenta tutto questo nonostante informazioni controverse e azioni contraddittorie che hanno reso instabile il suo progetto per il rilancio industriale. Solo la caparbietà dei lavoratori e il messaggio unitario proveniente dal territorio hanno tenuto alta l’attenzione ed evitato che decisioni prive di senso mettessero la parola fine a questa lunga storia industriale. La conoscenza di mercato e dei clienti del commissario Castro e la sua bravura nel non perdere la direzione per un rilancio industriale, hanno fatto emergere nuove manifestazioni di interesse».
Adesso la parola d’ordine è “fare presto”. I sindacati chiedono di riprendere le produzioni per garantire e mantenere i clienti di Acc. «Allo stesso tempo si intensifichino i rapporti istituzionali con i vari soggetti industriali del settore elettrodomestico, sia quelli che hanno già manifestato interesse, sia altri, a cui gioverebbe per il futuro avere in Italia un produttore come Acc» dicono dalla Fiom Cgil. E anche Donazzan calca il tasto del tempo, per produrre al più presto un piano industriale di rilancio.
«Al governo va indirizzata la richiesta di tornare in Europa per chiedere che ci lascino usare le risorse che abbiamo anche per Acc, come peraltro già fatto per altre aziende in crisi anche in altri Stati – dice l’assessora -. Il caso Acc crediamo sia di interesse nazionale proprio perché inscrivibile nella strategia de Pnrr per le politiche di filiera industriale e per l’internazionalizzazione. Acc è in amministrazione straordinaria e avrebbe diritto per legge alle risorse per poter continuare a produrre, ma se non viene autorizzata dalla Commissione competente in Europa questo non è possibile».