Recovery Fund e agevolazione del lavoro agricolo: «Così ripartirà l’Europa»

Recovery Fund e agevolazione del lavoro agricolo: «Così ripartirà l’Europa»

La fase 2 in tre semplici mosse. Legare il “Recovery Fund” al bilancio del Parlamento Europeo, piuttosto che creare dal nulla i “corona bond”; far ripartire le economie nazionali rimuovendo gradualmente le misure di contenimento; sostenere e agevolare il lavoro e l’occupazione nel settore agricolo. Ovviamente, parole e musica dell’Unione Europea. Ne è convinto Herbert Dorfmann.

L’europarlamentare altoatesino guarda soprattutto al Recovery Fund, un fondo apposito per traghettare gli Stati membri fuori dallo shock economico. E ricorda anche il pacchetto di aiuti da 510 miliardi di euro, attivo dal 1° giugno, e reso possibile grazie all’attivazione del Meccanismo Europeo di Stabilità (210 miliardi di euro); poi ci sono la disponibilità della Banca Europea degli Investimenti ad accordare alle imprese prestiti fino a 200 miliardi di euro e il finanziamento delle casse integrazione straordinarie in quei Paesi che sono particolarmente colpiti dalla crisi, per un ammontare di 100 miliardi. 

Sul fronte della fase 2, le istituzioni europee hanno approvato una serie di linee guida per coordinare gli Stati membri nell’alleggerimento delle misure di distanziamento sociale. «Sono azioni che permetteranno di far ripartire le economie nazionali: serve un’accelerazione, perché l’attuale situazione di stallo non può continuare, ma è anche impensabile che l’Unione europea si possa far carico di pagare tutto il danno – commenta l’europarlamentare -.

Le linee guida europee suggeriscono di rimuovere il confinamento in maniera graduale; di passare da misure generali a misure specifiche, tutelando le persone più vulnerabili; di far ripartire l’attività economica a fasi, facendo uso di smart working e con differenziazione degli orari di lavoro; di consentire progressivamente gli incontri tra persone. È prioritario però anche che i Paesi europei raggiungano un accordo per rimuovere il periodo di quarantena che è imposto a chi arriva da un altro Stato membro. Quando le misure di distanziamento sociale saranno le stesse in tutta Europa, imporre una quarantena sarebbe insensato e rischierebbe di provocare danni gravissimi a importanti settori economici, come il turismo o l’agricoltura».

Proprio sui temi dell’agricoltura, Dorfmann accende i riflettori: «I nostri agricoltori hanno bisogno subito di questa manodopera, e per questo mi sono impegnato, anche scrivendo alla Ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova e alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, a sostenere il protocollo della cosiddetta “quarantena attiva”, che consente ai lavoratori stagionali di cominciare a lavorare da subito, rispettando al contempo diverse norme di distanziamento sociale».

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