Villaggio di cantiere ancorato alla roccia, serve per il paravalanghe di Livinel

Villaggio di cantiere ancorato alla roccia, serve per il paravalanghe di Livinel

Un piccolo villaggio ancorato alla roccia, con camere, cucina e comfort per gli operai che stanno lavorando a Livinel (Rocca Pietore). Il cantiere avviato nel mese di luglio sta procedendo spedito. Complici anche le ottime condizioni meteo dell’estate, l’operazione di posa del sistema paravalanghe predisposto dallo studio Monplan Ingegneria per conto della Provincia di Belluno è alle battute conclusive. Negli ultimi due giorni sono state installate le file laterali delle reti che avranno il compito di ridurre il rischio valanghivo sul canale di Livinel e mettere in sicurezza l’abitato di Sottoguda e la strada provinciale. Poi serviranno i tempi tecnici di collaudo, prima dell’ultima posa riguardante le file centrali.

IL DISSESTO

La zona di intervento (sul monte Colaz) da sempre deve fare i conti con il pericolo di slavine. Una, in particolare, provocò diverse vittime nell’inverno del 1916, con distruzione di case e fienili (in quell’occasione morirono 20 soldati e 19 civili). In epoca più recente, alcune valanghe hanno invaso la strada sottostante, senza arrivare alle abitazioni. I vari movimenti poi trascinano a valle massi e detriti.

L’area dalla quale si origina la valanga è composta da due canali che si congiungono in quello che tecnicamente viene chiamato “canale di colata”, lungo all’incirca 2 chilometri e mezzo. Il progetto di intervento, avviato ancora nel 2019, è stato preceduto da un approfondito studio: lo studio Monplan Ingegneria in particolare ha ricostruito la dinamica della valanga distruttiva del 1916 e ipotizzato le possibili valanghe alle condizioni morfologiche attuali, in modo da predisporre il progetto più efficace e allo stesso tempo più fattibile. La zona infatti è impervia e necessita di modalità di cantiere piuttosto complesse.

L’INTERVENTO

La ditta bellunese Ilesa – che si è aggiudicata il lavoro – ha pensato a un mini villaggio in quota per gli operai, collocato a poco più di 2.000 metri, con moduli prefabbricati per cucine, camere e servizi igienici. In questo modo risulta più facile e rapido l’intervento. Il villaggio è raggiungibile con elicottero e per lo scopo è stata creata una piccola piazzola.

Nel mese di luglio sono stati fissati lungo il canale di colata gli ancoraggi. Mentre negli ultimi giorni, con trasporto in elicottero, sono state installate le cosiddette “vele da neve”, croci in acciaio dotate di tirante, pre-montate in paese e poi portate in quota. 

«In totale vengono realizzate sette file di vele. Le installazioni degli ultimi giorni hanno montato le reti laterali, mentre per quelle centrali dobbiamo attendere la maturazione degli ancoraggi» spiega il progettista, l’ingegner Andrea Gobber. «A settembre saranno effettuate alcune prove di estrazione dei tiranti, dopodiché saranno montate le vele centrali».

«Questa opera contribuirà sensibilmente alla messa in sicurezza di Sottoguda e della strada provinciale» commenta il consigliere provinciale delegato alla Difesa del Suolo, Mattia Gosetti. «Per modalità di intervento e per investimento – poco meno di 1 milione di euro – è il cantiere più importante e impegnativo che stiamo portando avanti quest’anno. Un ulteriore tassello nella cura delle terre alte del nostro territorio».

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