Vigneti resistenti e sostenibilità: Poggio Pagnan pianifica il futuro

Vigneti resistenti e sostenibilità: Poggio Pagnan pianifica il futuro

Meno consumo d’acqua, meno trattamenti e, in generale, una minore impronta di carbonio nella produzione: questi i vantaggi dei vigneti resistenti rispetto a quelli tradizionali. Il tema, di stretta attualità, sarà analizzato nel convegno in programma sabato 15 aprile (ore 16) dal titolo “Vini e Viti resistenti, sostenibilità e risparmio idrico”; teatro dell’evento, sarà l’azienda vitivinicola Poggio Pagnan di Zottier di Mel (Borgo Valbelluna).

L’incontro verrà ospitato dall’azienda in occasione dalla “cantina aperta” organizzata dalle ore 10, un modo per festeggiare la presenza della cantina – la prima  in più di 5 anni di attività – al recente Vinitaly di Verona.

Un risultato reso possibile grazie all’adesione alla rete d’impresa “Resistenti Nicola Biasi“ che riunisce otto aziende di diverse zone del Veneto e del Friuli: Poggio Pagnan a Borgo Valbelluna-Mel, Villa di Modolo a Belluno,  Albafiorita a Latisana, Ca’ da Roman a Romano d’Ezzellino, Della Casa a Cormons, Vigneti Vinessa a Verona, Colle Regina a Farra di Soligo e Nicola Biasi di Coredo.

Lo scopo della rete, riunita intorno al nome dell’ormai affermato enologo Nicola Biasi (che sarà anche il relatore dell’incontro), è non solo quello di promuoversi in modo unitario sotto il punto di vista commerciale – arrivando a condividere conoscenze ed esperienze che permettono anche alle piccole aziende come Poggio Pagnan di partecipare ad eventi importanti altrimenti inaccessibili come appunto Vinitaly -, ma anche quello di unire le forze per raggiungere il massimo livello di sostenibilità delle aziende aderenti.

Proprio il tema della sostenibilità è quello che lega maggiormente le aziende, che coltivano viti resistenti alle malattie fungine per ridurre al minimo i trattamenti, il consumo d’acqua, la compattazione del terreno in favore di una reale sostenibilità: la rete, infatti, ha recentemente commissionato uno studio comparativo sull’impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali e vini da varietà resistenti, in collaborazione con Climate Partners. Da questo studio, si è riscontrata una riduzione del 37,98%  in termini di Co2 prodotta nella gestione di un vigneto con vitigni resistenti rispetto a uno con varietà classiche a parità di condizioni climatiche e territoriali; inoltre, il numero medio di trattamenti si riduce di circa l’80% (da 18 a 4) mentre i consumi idrici del 75% (vengono utilizzati 1000 litri per ettaro contro i 4mila dei vitigni tradizionali). 

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